Risonanza magnetica fetale, un servizio in più per le mamme

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Quando l’ecografia lascia dubbi sulle condizioni di salute del feto, sono possibili presso l’ospedale Maggiore esami di approfondimento diagnostico. In particolare, nei casi in cui siano rilevate condizioni di sospetta patologia cerebrale, la struttura di Neuroradiologia dell’Azienda Ospedaliero-Universitaria di Parma, in collaborazione con le strutture di Ostetricia e ginecologia e Neuropsichiatria infantile, applica la risonanza magnetica fetale come strumento di diagnosi di secondo o terzo livello.
Questa opportunità diagnostica, che viene svolta da un numero limitato di ospedali in Italia, è stata attivata nel luglio 2010, a supporto delle province dell’Emilia occidentale. In un anno sono state effettuate 26 indagini.
Va precisato che l’ecografia è a tutt’oggi la metodica elettiva per lo screening delle anomalie fetali, poiché fornisce immagini con ottima risoluzione spaziale, è facilmente fruibile, ripetibile e non presenta effetti nocivi per la madre e il feto. Tuttavia, nel caso di anomalie complesse, l’ecografia non sempre consente di ottenere informazioni sufficienti per una diagnosi precisa.
“In altro modo e senza rischi per il feto e la mamma – spiega il direttore della struttura di Neuroradiologia Gerolamo Crisi – la risonanza magnetica fetale è in grado di offrire immagini anatomiche dettagliate del cervello fetale e di caratterizzare le diverse patologie”.
Si tratta di un esame complesso, che richiede una specifica competenza da parte del medico neuroradiologo: metodologica, per ovviare ai naturali movimenti del feto (l’esame infatti viene svolto senza alcuna sedazione della madre), ma anche professionale, per la corretta interpretazione dei risultati.
L’Azienda Ospedaliero-Universitaria di Parma ha definito un percorso multidisciplinare tra le strutture coinvolte al fine di consentire una valutazione clinico-strumentale il più possibile accurata e di fornire alla famiglia gli strumenti corretti per la comprensione completa della patologia riscontrata. Il percorso prevede quattro passaggi: l’ecografia presso il servizio di Ecografia e diagnosi prenatale nelle gravidanze a rischio; in caso di sospetta anomalia l’ecografia viene ripetuta in presenza del neuropsichiatra infantile e dopo un counselling adeguato alla patologia rilevata, è richiesta una risonanza magnetica; l’esecuzione della risonanza magnetica; chiudono il percorso, dopo la nascita, i controlli clinici seriati presso la Neuropsichiatria infantile e un esame di risonanza magnetica entro il primo anno di vita.