Educazione e cura a domicilio per bambini con diabete

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Con una firma tra Aziende sanitarie e Associazione per l’aiuto a domicilio ai giovani diabetici (AGD) , decolla a Parma un progetto unico in Italia, un esempio di assistenza integrata ospedale-territorio. Il programma di lavoro fissato in questo modo dalle Aziende sanitarie – ha sottolineato Maurizio Vanelli, responsabile del centro di riferimento regionale dell’Azienda Ospedaliero-Universitaria – stabilisce due ruoli complementari ma imprescindibili: di centro per la diagnosi in Ospedale, e di continuità della cura per l’Azienda Usl”.
Il progetto si propone come modello di sviluppo dell’attività fin qui svolta. “400 sono i bambini seguiti dal centro ospedaliero, di cui 101 della provincia di Parma – ha precisato ancora Vanelli – tra questi, 40 circa hanno bisogno di aiuto specifico nel seguire la terapia a casa”.
Con il nuovo progetto, dunque, l’Ospedale, dopo avere fatto la diagnosi, segnala ai professionisti sanitari del territorio, di pertinenza dell’Azienda Usl, le particolari necessità del ragazzo. “Le azioni sono due – ha illustrato Giuseppina Ciotti, direttore del Distretto di Parma dell’Azienda Usl – l’educazione sanitaria come aiuto concreto per le indicazioni terapeutiche e il monitoraggio dell’andamento della situazione”.
“Il progetto è estremamente interessante per la componente di integrazione sociale e socio-sanitaria a favore di ragazzi per i quali la terapia è fondamentale”: queste le parole di presentazione di Ettore Brianti, direttore sanitario dell’Azienda Usl di Parma per il programma home care, letteralmente cura a casa. La nuova rete risponde, in particolare, alle esigenze dei pazienti più fragili. “Sono diverse le componenti su cui oggi si articola il concetto di fragilità – ha evidenziato Antonio Balestrino, direttore medico di presidio dell’Ospedale di Parma – fragilità economica, ma anche fragilità per usi e costumi diversi, elementi che ci impongono nuove esigenze di interpretazione”.
Obiettivo implicito dell’intera iniziativa, come evidenziato da Giovanni Chiari del centro ospedaliero, è ridurre il più possibile i ricoveri, esperienza difficilissima per qualsiasi bambino.