La ricerca della Clinica pneumologica

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La maggior parte dell’attività di ricerca svolta dal reparto si inserisce nella linea di ricerca sperimentazioni cliniche con farmaco, una delle sei linee strategiche aziendali. Ogni anno vengono avviati circa 5 progetti di ricerca clinica e di laboratorio e data la loro natura generalmente pluriennale, risultano in corso circa 7 studi coordinati dai ricercatori della struttura, la maggior parte di essi realizzati in collaborazione con altri centri nazionali ed internazionali. Oltre alle sperimentazioni cliniche, sono in corso diversi studi osservazionali in cui non è previsto l’utilizzo aggiuntivo di nessuna terapia sperimentale rispetto a quella già in atto.

L’attività di ricerca dell’Unità Operativa vuole approfondire le conoscenze e trovare metodi di cura sempre più efficaci per l’asma, una malattia eterogenea caratterizzata da infiammazione cronica dei bronchi, di cui attualmente soffre circa il 6% della popolazione italiana, e la Broncopneumopatia Cronica Ostruttiva (BPCO), frequente patologia polmonare progressiva, prevenibile e trattabile, che costituisce una delle principali cause di mortalità nel mondo e il cui impatto nei prossimi decenni è destinato ad aumentare a causa della continua esposizione ai fattori di rischio.

I progetti sono prevalentemente rivolti allo studio di nuove formulazioni terapeutiche e associazioni di farmaci come i broncodilatatori, i β₂agonisti e i corticosteroidi inalatori. Vengono inoltre effettuate sperimentazioni cliniche volte a testare inalatori sempre più efficaci e semplici da usare, in modo da assicurare al paziente la stessa efficacia e sicurezza farmacologica, aumentando l’aderenza alla terapia e la facilità d’uso del dispositivo. Accanto ai farmaci “tradizionali”, la Struttura effettua studi clinici su forme severe di asma e BPCO per testare nuovi farmaci biologici quali gli anticorpi monoclonali, molecole di sintesi che agiscono selettivamente su specifici mediatori rilasciati dalle cellule infiammatorie o sui loro recettori, che generalmente riducono l’insorgenza di effetti collaterali dopo un uso prolungato e diminuiscono la frequenza delle riacutizzazioni. 

Studi specifici della U.O. riguardano il ruolo delle “piccole vie aeree”, coinvolte nelle patologie respiratorie ostruttive quali asma e BPCO, definite come la “zona silente” del polmone in quanto le disfunzioni risultano poco sensibili alle rilevazioni dei test tradizionali.

Ultimo aggiornamento contenuti: 24/02/2023