Giornata mondiale del donatore di sangue: Parma celebra Walter Torsiglieri

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Si è celebrata oggi la Giornata mondiale del donatore di sangue, iniziativa nata per ringraziare tutti i volontari che gratuitamente, ogni giorno, scelgono di donare sangue contribuendo alla cura di molte persone in stato di necessità, Quest’anno la giornata è stata occasione per ricordare, con l’intitolazione in località Baccanelli di una via a suo nome, il medico parmigiano Walter Torsiglieri, scomparso all’età di 83 anni, il 13 giugno del 2006.
Nato a Boschi di Bardone nel 1922, Walter Torsiglieri si laureò nel 1947 in Medicina e chirururgia all’Università di Parma, specializzandosi a pieni voti in ostetricia e ginecologia. Fu direttore del Centro Trasfusionale dell’Ospedale Maggiore dal 1951 al 1992. In una Parma ancora scossa e profondamente ferita dalla guerra, Torsiglieri, vero e proprio pioniere della donazione di sangue, con la sua attività contribuì in modo determinate allo sviluppo dell’associazionismo locale e a incrementare il numero dei volontari.
La figura di Torsiglieri è stata poi celebrata nella sala di rappresentanza del Padiglione Cattani, grazie anche al libro curato da Doriano Companini, vicepresidente di Avis provinciale, volume che ripercorrendo e descrivendo la storia del primo direttore del Centro Trasfusionale, ricorda l’importanza di un gesto, quello della donazione di sangue, come valore per tutta una comunità.
Torsiglieri medico amato dai donatori prorpio per le grandi doti umane e per la passione che riusciva a trasmettere è stato ricordato dai direttori generali di Azienda Ospedaliero-Universitaria di Parma e di Azienda Usl, Massimo Fabi ed Elena Saccenti, da diversi ex colleghi e donatori. L’iniziativa è stata infine occasione per donare alla moglie Maria Giovanna e alla figlia Rosangela una targa consegnata da Giuseppe Scaltriti e Ines Seletti, presidenti di Avis e Adas.
Ogni anno la trasfusione aiuta a salvare milioni di vite umane, nella provincia di Parma la struttura verso la quale afferiscono tutte le unità di sangue prelevate nei punti di raccolta della provincia è l’unità operativa di Immunoematologia e Medicina trasfusionale dell’Azienda Ospedaliero-Universitaria di Parma. Alla struttura, diretta da Alessandro Formentini, compete la lavorazione, conservazione e assegnazione degli emocomponenti, necessari all’attività dei reparti dell’Azienda Ospedaliero–Universitaria, degli ospedali a gestione diretta dell’Azienda USL e delle case di cura private dotate di emoteca, nonché alle prestazioni trasfusionali eseguite presso le strutture territoriali od al domicilio degli utenti. Nel 2015 sono state raccolte in tutto il territorio provinciale 25.128 unità di sangue, 22.077 sono state utilizzate negli Ospedali del territorio, mentre 2.250 sono state inviate al Centro di raccolte regionale. Nel 2014 le unità raccolte erano 26097 unità, 24.213 quelle utilizzate e 1.690 quelle in eccedenza inviate al Centro regionale.
Walter Torsiglieri
(introduzione estratta dal libro curato da Doriano Campanini, promosso da Avis, Adas, Azienda Ospedaliero-Universitaria di Parma)
La storia della donazione di sangue a Parma è inevitabilmente legata alla figura di Walter Torsiglieri e anche se altri personaggi ebbero meriti impareggiabili nell’evoluzione e nella diffusione del dono del sangue, a lui è riconosciuto senza dubbio il merito e il privilegio di essere stato il medico più amato dai donatori, grazie al rapporto che seppe sempre stabilire con ognuno di loro, che lui per primo, amava e rispettava.
Il suo percorso professionale coincise con i passaggi più significativi della storia della donazione di sangue, dall’epoca pionieristica della siringa Joubé, fino all’epoca contemporanea e il suo ruolo di medico trasfusionista, dai tempi delle trasfusioni dirette fino alle più recenti metodiche di prelievo in aferesi, gli consentì di consolidare la sua figura di riferimento in questo ambito di volontariato. Questo percorso, che fu sempre associato al periodo nel quale la donazione di sangue era caratterizzata da un rapporto umano forte di relazioni interpersonali intense e dirette, impresse e fissò il suo nome ad un’epoca.
Importante fu il suo contributo medico, fondamentale nell’impostazione organizzativa del primo Centro Trasfusionale Ospedaliero (1951) e successivamente nella creazione del secondo, quello attuale (1978), a lui intitolato. In questo ambito, seppe mantenere livelli di eccellenza di tipo organizzativo, scientifico e qualitativo, grazie alle sue capacità gestionali e alla sua ampia visione del contesto trasfusionale. Fra tutte prevalsero sempre le sue doti relazionali e umane verso il malato e il donatore. La sua eredità professionale fu raccolta dai suoi collaboratori, che ebbero il merito di onorarla sviluppando standard di elevata qualità nel reparto.
Se la provincia di Parma è sempre stata virtuosa per l’elevata e diffusa presenza di donatori su tutto il territorio, lo deve sicuramente anche a lui, che ha rappresentato uno dei ruoli chiave nell’ambito del complesso sistema locale, dove l’equilibrio fra le associazioni, il servizio trasfusionale e le istituzioni è sempre stato un esempio di efficienza, altruismo e generosità.
Oggi a dieci anni dalla sua scomparsa vogliamo ricordarlo nel modo in cui siamo certi che avrebbe voluto essere ricordato: dai suoi donatori.
Allo stesso modo però, anche la sua città vuole riconoscergli un tributo indelebile che possa essere una testimonianza dei fondamentali valori umani e sociali che ha coltivato.