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Sindrome di Moebius: se ne parla in un convegno in Ospedale venerdì 25 novembre

In sala congressi saranno presentati i percorsi di cura, trattamento e ricerca intrapresi all’Ospedale di Parma, centro di riferimento regionale per la patologia
24 novembre 2016

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Un bambino ogni 300 mila circa nasce affetto dalla sindrome di Moebius, una patologia rara congenita che impedisce al neonato di sorridere, fare smorfie, e in alcuni casi di muovere gli occhi lateralmente. Venerdì 25 novembre in occasione del convegno “Sindrome di Moebius: alleanza per un sorriso. Le certezze dell’oggi, gli obiettivi del domani” saranno presentati i percorsi di cura, trattamento e ricerca intrapresi dall’Ospedale di Parma, già centro di riferimento regionale ad alta specializzazione, e dalle strutture di riferimento nazionali. L’appuntamento, con apertura dei lavori alle ore 9, si svolgerà nella sala congressi dell’Azienda Ospedaliero-Universitaria di Parma. In particolare si parlerà delle attività coordinate dall’Associazione Italiana Sindrome di Moebius che hanno portato alla definizione dei centri di riferimento per la cura della Sindrome a livello regionale, con l’obiettivo di intraprendere un percorso che vada verso il riconoscimento dell’Ospedale di Parma, quale centro per la cura della sindrome di Moebius a livello nazionale. L’appuntamento è organizzato dall’Associazione Italiana Sindrome di Moebius in collaborazione con Azienda Ospedaliero-Universitaria e Università di Parma. Il programma

Il centro di Parma

Dal 2003 a oggi, grazie alla collaborazione con l’Associazione italiana sindrome di Moebius, oltre 200 pazienti si sono rivolti presso gli ambulatori dell’unità operativa chirurgica del Maggiore per la diagnosi o il trattamento della paralisi facciale in sindrome di Moebius su 2.500 casi riconosciuti in Europa. Tra questi 60 pazienti sono già stati sottoposti a Smile surgery (chirurgia di rianimazione facciale o chirurgia del sorriso) per un totale di 80 trapianti microvascolari. Per sottoporsi a rianimazione facciale sono giunti a Parma pazienti da tutte le regioni italiane e tra bambini stranieri, provenienti da Grecia, Libano, Romania, Israele e Marocco. In particolare la struttura Maxillo-facciale è uno dei pochi centri italiani nei quali si esegue l’intervento di rianimazione facciale, che richiede un elevato livello tecnico, chirurgico e micro-chirurgico.

Ultimo aggiornamento contenuti: 24/11/2016