Sanità e Università. “Donare il corpo alla scienza. La potenza della generosità”, al via la campagna di comunicazione nazionale

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Grande partecipazione all’iniziativa che questa mattina ha riunito in Aula Magna Santa Lucia studenti, medici, docenti, testimoni e ospiti d’eccezione come Giorgio Chiellini, per conoscere, condividere e promuovere una scelta etica fondamentale per la ricerca e la salute pubblica
Bologna – “Donare il corpo alla scienza. La potenza della generosità”: questo il titolo dell’evento organizzato dal Centro anatomico dell’Università di Bologna in collaborazione con la Regione Emilia-Romagna, il sostegno del ministero della Salute e il patrocinio della Società Italiana di Anatomia e Istologia (SIAI), che si è svolto questa mattina nell’Aula Magna Santa Lucia.
Un’importante occasione di riflessione e sensibilizzazione su un tema di grande valore etico ma ancora scarsamente conosciuto e diffuso in Italia: la donazione del corpo post mortem alla scienza. Con l’obiettivo di informare e coinvolgere la cittadinanza, la comunità accademica e sanitaria rispetto al significato e all’impatto concreto di questa scelta, fondamentale per la formazione medica, la ricerca scientifica e la tutela della salute collettiva.
L’evento, moderato dalla giornalista Francesca Fanuele, ha visto la partecipazione di esperti, docenti, rappresentanti istituzionali, familiari di donatori e del testimonial d’eccezione Giorgio Chiellini, che hanno condiviso esperienze personali e punti di vista sul valore della donazione.
Dopo i saluti istituzionali del rettore Giovanni Molari, del presidente della Regione Emilia-Romagna Michele de Pascale, del cardinale Matteo Maria Zuppi, della consigliera comunale Rita Monticelli e della direttrice generale dell’Irccs Policlinico Sant’Orsola di Bologna Chiara Gibertoni, è stato aperto un dialogo tra i protagonisti dell’iniziativa. Tra gli interventi, quelli di Paco D’Onofrio, Lucia Manzoli, Stefano Ratti, Danila Valenti, Giuseppe Pace e della figlia del primo donatore accolto dal Centro anatomico dell’Università di Bologna.
Nel corso della mattinata è stata inoltre lanciata ufficialmente la campagna nazionale di informazione e comunicazione sulla donazione del corpo, affidata alla Regione Emilia-Romagna su incarico del ministero della Salute, anche in virtù dell’eccellenza raggiunta dal Centro anatomico dell’Università di Bologna, riconosciuto nel 2022 come Centro di Riferimento nazionale.
A chiudere l’evento, le testimonianze di chi ha vissuto il significato della donazione in prima persona o attraverso la ricerca, con gli interventi di Veronica Moretti, Lorenzo Monteduro e Livio Presutti.
Le dichiarazioni dei partecipanti
“Questa giornata- ha affermato il rettore Giovanni Molari– ha voluto dare voce a una scelta di altissima dignità civile che rappresenta un atto di generosità estrema e un contributo fondamentale alla scienza. La partecipazione così numerosa, tale da costringere alla chiusura delle registrazioni alcuni giorni prima della scadenza del termine, testimonia l’interesse e l’attenzione della comunità universitaria e della cittadinanza nei confronti di un tema in Italia ancora oggi non troppo conosciuto. Come Università, è nostro dovere promuovere la conoscenza e il dibattito su temi che riguardano la responsabilità individuale nei confronti della collettività e del futuro della medicina”.
“Un gesto di grande generosità e nobilità- ha dichiarato il presidente della Regione, Michele de Pascale-, che nasce da una profonda motivazione interiore e dal riconoscimento dell’alto significato che questa scelta riveste per la ricerca scientifica, per la medicina, e quindi per l’intera comunità. Nell’assoluto rispetto, doveroso ricordarlo, dell’etica della donazione, e quindi della dignità delle persone. Siamo particolarmente orgogliosi di essere Regione capofila nella progettazione e realizzazione della campagna nazionale di comunicazione che oggi presentiamo, utile e necessaria per informare e sensibilizzare cittadini e professionisti sanitari sulla possibilità di donare il proprio corpo e i tessuti post mortem a fini di studio, formazione e ricerca scientifica. Giornate come quella di oggi sono di straordinaria importanza per accendere i fari su questo tema, ascoltare voci autorevoli in diversi campi e addirittura la testimonianza diretta dei familiari di chi questa scelta l’ha compiuta. Per una donazione informata, consapevole e rispettosa dei desideri del donatore”.
“La morte toglie e l’amore dona- ha affermato il cardinale e arcivescovo Matteo Maria Zuppi-. È questo che spinge la potenza della generosità di cui si parla oggi, nel corso di questa giornata in cui si potrà meglio capire perché e come donare il proprio corpo alla scienza. La generosità non è un segno di debolezza ma è la vera forza per sconfiggere il male. La scienza saprà certamente rendere onore ai corpi, rispettandoli per renderli utili allo studio e al progresso della medicina”.
“La donazione del corpo alla scienza- ha dichiarato Chiara Gibertoni, direttore generale Policlinico di Sant’Orsola Irccs- rappresenta un atto di generosità straordinaria e inusuale, che va oltre il comune concetto di altruismo. È un gesto che permette alla ricerca medica di avanzare, alla formazione dei futuri medici di crescere e alla medicina di migliorare. La scelta di donare il proprio corpo alla scienza è una manifestazione di profonda consapevolezza e responsabilità verso la collettività e il progresso della medicina. In un’azienda ospedaliera universitaria come la nostra che è anche Irccs, che si dedica alla ricerca medica ad altissimi livelli, la donazione del corpo è un contributo inestimabile. Ogni corpo donato diventa una fonte di conoscenza, un’opportunità per sviluppare nuove tecniche e trattamenti, e un mezzo per formare i medici di domani”.
“Donare il proprio corpo alla scienza è un gesto di generosità che va oltre l’ambito medico- ha aggiunto la consigliera comunale Rita Monticelli-: è un atto di solidarietà e di profondo senso civico, che mette al centro la comune umanità e trasmette un sapere che unisce rigore scientifico e cultura umanistica. Il corpo umano, da sempre oggetto di studio ma anche simbolo delle nostre identità, diversità e unicità, si rivela così un’eredità viva, una pagina del grande libro della conoscenza che continua a parlare attraverso il dono”.