Obesity Week: un ricco calendario per parlare di vita, ambiente e l’imprevisto obesità

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La Settimana per la prevenzione dell’Obesità e per un corretto stile di vita (Obesity Week) è arrivata alla XVI edizione, a ulteriore conferma che il problema obesità, per l’aspetto sia sanitario che economico-sociale, non solo non si ridimensiona, ma tende ad aggravarsi. Così Leone Arsenio alla presentazione di Obesity Week tenutasi questa mattina in Sala Consiglio dell’Ospedale Maggiore di Parma alla presenza del direttore generale di Azienda Ospedaliero-Universitaria di Parma e commissario straordinario Ausl Massimo Fabi.
“Nel 2022 – spiega Leone Arsenio – il Rapporto europeo sull’obesità regionale dell’OMS ha rivelato che siamo lontani dal raggiungere l’obiettivo prefissato di fermare il costante incremento di peso entro il 2025 per limitare le malattie non trasmissibili (diabete di tipo 2, ipertensione, malattie cardiovascolari e cancro) e che quasi due terzi degli adulti e un bambino su tre sono in sovrappeso o obesi. I numeri più preoccupanti riguardano i paesi del Mediterraneo e dell’Europa orientale, legati anche a forti disuguaglianze educative: una prevalenza maggiore si riscontra tra persone con livello di istruzione più basso”.
“Il report – continua Arsenio – analizza anche le potenziali cause, identificando nel marketing digitale di prodotti alimentari malsani o nei giochi sedentari online, alcuni tra gli elementi di rischio, per esempio, tra i più giovani, pur sottolineando come la comunicazione digitale potrebbe rappresentare un utile strumento di informazione ed educazione”.
Ma qual è la situazione in Italia?
Secondo l’Italian Barometer Obesity Report, dati 2021, realizzato da IBDO Foundation in collaborazione con Istat, Coresearch e Bhave, più di 25 milioni di persone sono obese o in sovrappeso, il 46% degli adulti (oltre 23 milioni) e il 26,3% dei bambini e adolescenti tra i 3 e i 17 anni (2,2 milioni). Tra gli adulti l’11% delle donne è obeso contro il 13% degli uomini; mentre tra i bambini e gli adolescenti il 23,2% delle femmine in eccesso di peso contro il 29,2% dei maschi.
“Da sottolineare – conclude Arsenio – come una larga quota di italiani non riconosca di avere un problema di peso: oltre la metà degli adulti in sovrappeso ritiene di essere normopeso e oltre il 40% dei genitori di bambini in sovrappeso o obesi considera i propri figli sotto-normo peso. Così come quasi 20milioni di persone non praticano sport né attività fisica; tra i bambini poco attivi, quasi il 60% delle madri ritiene che il proprio figlio svolga sufficiente attività fisica e tra le madri di bambini in sovrappeso o obesi, il 70% pensa che la quantità di cibo assunta dal proprio figlio non sia eccessiva”. “Per questi motivi ci dobbiamo impegnare affinché si migliori la dieta e l’attività fisica lungo tutto il corso della vita, si pongano delle restrizioni alla commercializzazione di alimenti malsani ai bambini; si migliori l’accesso ai servizi di gestione dell’obesità e del sovrappeso nell’assistenza sanitaria di base e gli interventi sul luogo di lavoro e a scuola per l’attività fisica”.
Un ringraziamento all’impegno degli organizzatori e delle associazioni coinvolte della Obesity Week è arrivato da Massimo Fabi, direttore generale Azienda Ospedaliero-Universitaria e commissario straordinario di Azienda Usl: “I dati esposti ci inducono a mettere ogni impegno per invertire questa rotta e voglio ringraziare i promotori di questa iniziativa a cominciare da Leone Arsenio per l’impegno costante a diffondere saperi e cultura per indurre in ciascuno di noi un rapporto cordiale ma soprattutto consapevole con il cibo e con tutto ciò che ci dà benessere”.
Durante la conferenza stampa Leone Arsenio, promotore della manifestazione, era affiancato da alcuni dei protagonisti della XVI edizione come Enzo Molina presidente di Lilt, Francesco Saverio Renzulli in rappresentanza dell’Ordine dei Medici di Parma, Adriano Oliani presidente del Lions Club Parma Ducale Adriano e in rappresentanza del Centro Etica Ambientale Renzo Valloni.