Moncone femorale allungato di sei centimetri con una protesi in titanio
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Un intervento per allungare un femore di sei centimetri, con una protesi in titanio, è stato eseguito presso la struttura di Patologia dell’apparato locomotore dell’Azienda Ospedaliero-Universitaria di Parma, diretta da Francesco Ceccarelli. L’operazione, senza precedenti in letteratura, è stata eseguita da Massimo Pompili.
Il paziente, uno studente universitario originario di un paese africano, presentava una gamba amputata all’altezza della coscia, intervento subìto in adolescenza a seguito di un incidente. Recentemente il giovane aveva sostituito l’arto artificiale rudimentale che utilizzava, e che era stato costruito nella sua nazione di origine, con una nuova protesi di ultima generazione, che però non riusciva a indossare agevolmente.
Il femore della gamba sinistra infatti era stato amputato troppo vicino all’anca e i tessuti molli e i muscoli residuati non permettevano un ancoraggio efficace dell’arto artificiale: la marcia era difficoltosa perché il controllo dei muscoli non era completo e il paziente lamentava dolori per le frequenti infiammazioni dei tessuti molli.
Studiando il caso i medici hanno valutato, come unica soluzione possibile, l’allungamento dell’osso, per fornire un ancoraggio ai tessuti molli e permettere di indossare l’arto artificiale.
I medici di Patologia dell’apparato locomotore hanno ideato e richiesto alla ditta Citieffe di Calderara di Reno (Bologna) una protesi personalizzata in titanio da inserire all’interno dell’osso per poterlo allungare. La protesi è stata progettata appositamente per questo intervento ed è stata inserita con cemento acrilico nel moncone del femore: l’osso si è così allungato di sei centimetri e grazie alla forma e alle caratteristiche particolari della protesi in titanio, è diventato un solido punto di ancoraggio per i tessuti muscolari del paziente.
Il decorso postoperatorio è stato regolare e i problemi di infiammazione del tessuto molle sono pressoché risolti, anche se per potere indossare il nuovo arto artificiale, il paziente dovrà attendere ancora alcuni mesi. I medici prevedono che, grazie all’intervento effettuato, la protesi sarà più stabile e meglio controllata dai muscoli, con conseguente marcia più fluida.
Spesso in caso di amputazione la presenza di un moncone troppo corto o troppo lungo rende difficoltoso per il paziente indossare un arto artificiale: interventi come quello eseguito a Parma potrebbero quindi migliorare la qualità della vita di altri pazienti che sono stati sottoposti ad amputazione.