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Le Unità Mobili del Maggiore, screening in 80 case di riposo e ora consulenza anche a domicilio

Importante lavoro di squadra tra specialisti del Barbieri e medici di famiglia per assistere i pazienti anziani più fragili nella loro abitazione o in casa di riposo
04 maggio 2020

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Nate a scopo sperimentale oltre un anno fa come modello di integrazione tra ospedale e territorio le Unità Mobili Multidisciplinari del Barbieri si sono riorganizzate  durante l’emergenza. In un mese hanno visitato 80 case di riposo con lo screening ad 800 pazienti. E ora il gruppo di professionisti è in grado di estendere la consulenza al domicilio dell’anziano fragile se richiesto dal medico di famiglia.

Le Unità Mobili, come spiega la direttrice del Dipartimento geriatrico riabilitativo che ne è responsabile Tiziana Meschi, sono costituite da specialisti (internisti, ecografisti, geriatri, nutrizionisti) e si recavano già in  tempi no Covid, a valutare un paziente ricoverato in casa di riposo su richiesta del medico di base, per evitarne l’accesso al pronto soccorso.

Dall’inizio di aprile la loro attività si è concentrata sulla case protette e in un mese sono stati visitati 800 pazienti eseguendo ecografie del torace e tamponi oltre a stabilire una terapia di concerto con il medico di base, che resta una figura cardine sottolinea Tiziana Meschi così come il laboratorio di Igiene pubblica che eseguiva i tamponi con risposte in poche ore.

Da circa una settimana questa unità mobile, sempre d’accordo con i medici di base, è in grado di recarsi anche a domicilio per valutare pazienti particolarmente fragili con la stessa modalità: anamnesi, ecografia del torace e tampone. E il nucleo famigliare è preso in carico grazie al loro di squadra degli specialisti e del medico di famiglia.

Ultimo aggiornamento contenuti: 05/05/2020