Parma ha un nuovo Pronto soccorso
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Parma ha da oggi un nuovo Pronto soccorso, operativo per i cittadini dal 18 febbraio.
Ne parliamo con Sergio Venturi, direttore generale dell’Azienda Ospedaliero-Universitaria di Parma.
Il nuovo Pronto soccorso è diventato realtà. Quali sono ora le caratteristiche di rilievo del servizio di emergenza-urgenza di Parma?
Il nuovo Pronto soccorso è una struttura moderna e all’avanguardia. Era, come dissi fin dal mio arrivo a Parma, un nostro obiettivo essenziale, perché il vecchio reparto era sottodimensionato e creava seri problemi sia ai cittadini che ai nostri operatori.
Il pronto soccorso costituisce la principale porta di accesso alle attività dell’ospedale. La carta di identità di una struttura sanitaria: il suo primo biglietto da visita.
La nuova struttura ha una superficie più ampia, il triplo rispetto alla precedente, e meglio distribuita. Ma la vera novità consiste nella centralità del paziente rispetto al servizio. Per questo abbiamo ripensato gli ambienti, con una migliore organizzazione degli spazi e del lavoro coerenti con il codice di gravità, e aumentato il personale con nuove assunzioni: ora il reparto può contare su 88 tra infermieri e operatori sanitari (18 in più) e 30 medici (3 in più).
Abbiamo potenziato le apparecchiature, a maggio arriverà una nuova tac, e curato gli aspetti assistenziali e di sicurezza: dalle postazioni letto alle strumentazione per il monitoraggio dei pazienti, dalle attrezzature informatiche alla rete wireless. Tutta l’area sarà video assistita e video sorvegliata.
Quali sono stati i presupposti che vi hanno portato ad attuare questo cambiamento?
Abbiamo cercato di realizzare una rivoluzione nell’organizzazione: non più il paziente che si muove tra i medici, ma i medici che vi ruotano attorno. Il cittadino al centro di chi si prende cura di lui.
Ogni anno si rivolgono ai professionisti del Pronto soccorso oltre 80.000 utenti, la struttura è tra i reparti ospedalieri quello più a diretto contatto con la città e col suo tessuto sociale ed è percepita nell’immaginario collettivo come un luogo disponibile ad aiutare tutti i cittadini che ne hanno bisogno. Se questi presupposti ci hanno portato a realizzare un reparto fortemente innovativo e accessibile, ci hanno anche spinto a ripensare il ruolo del servizio di emergenza urgenza: dedicando particolare attenzione all’area di triage, la prima valutazione clinica, perché crediamo che l’efficacia del servizio dipenda anche da procedure organizzative che permettono di valutare attentamente le priorità assistenziali.
Quando entrerà in funzione e quali saranno le novità per il cittadino ?
Oggi inauguriamo i nuovi ambienti e il 18 febbraio il Pronto soccorso sarà operativo.
L’innovazione principale consiste nel superamento del concetto di ambulatorio. Gli operatori sanitari lavorano in equipe in un ambiente aperto, in cui sono delimitati dei box di assistenza. Per il cittadino questo si traduce in minori spostamenti perché, a parte gli esami diagnostici, il percorso assistenziale viene completato nella postazione. Inoltre per i ricoveri e le urgenze gravi abbiamo predisposto percorsi interni e dedicati direttamente con i reparti. Gli unici ambulatori sono per i casi meno gravi (i codici bianchi) e per l’assistenza ortopedica.
Nel nuovo Pronto soccorso sono due le aree principali: una per gli interventi di elevata priorità e un’area per interventi di media priorità. In totale 26 postazioni letto ognuna delle quali verrà dotata di computer medicali in grado di fornire tutta la storia clinica del paziente.
Sono previste altre realizzazioni importanti per la struttura di emergenza urgenza?
A giorni partiranno i cantieri per il completamento della sala d’attesa, dell’area degli ambulatori codici bianchi e degli ambulatori ortopedici, realizzazioni che contiamo di finire a giugno. A dicembre saranno invece terminati i lavori per la riqualificazione dell’Unità di Medicina d’urgenza. Con queste opere chiudiamo un capitolo dei nostri obiettivi attuati con un impiego importante di risorse interne (oltre 4.300.000 euro investiti dall’azienda ospedaliera), regionali (4.000.000) e statali (10.000.000). Colgo l’occasione per ringraziare tutti gli interlocutori che ci hanno aiutato a perseguire i nostri obiettivi, in particolare, per l’impegno decisivo profuso nei momenti della ricerca dei finanziamenti, l’allora sindaco di Parma Elvio Ubaldi e il sottosegretario alla salute Cesare Cursi, il presidente della Regione Emilia-Romagna Vasco Errani e l’assessore regionale alle Politiche per la salute Giovanni Bissoni, Vincenzo Bernazzoli in qualità di presidente della Ctss, la Conferenza sociale e sanitaria della provincia di Parma.
Un grazie infine alla Pizzarotti Spa e ai suoi progettisti del Cspe di Firenze per la disponibilità e il risultato.
Il PS è solo una delle grandi opere di ammodernamento messe in campo, quali sono gli altri progetti in cantiere?
Tra le realizzazioni in corso la più importante è senza dubbio l’Ospedale dei Bambini. Il progetto è nato da un accordo di programma tra Azienda Ospedaliero-Universitaria di Parma e Fondazione Ospedale dei bambini di Parma onlus, costituita da enti pubblici, fondazioni bancarie e soggetti privati. Infine, proprio in questo periodo, sono partiti i cantieri del IV° lotto della Piastra tecnica che ospiterà tutta la nefrologia e del padiglione Barbieri, che diventerà un vero e proprio polo dedicato alla riabilitazione.