News dall'ospedale

Da Parma al Brasile per formare medici pneumologi

L’equipe coordinata da Gianni Angelo Casalini a Barros Barreto grazie ad un accordo tra Università e Aziende Ospedaliero-Universitarie
23 luglio 2012

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Da Parma al Brasile, per formare medici pneumologi e aiutare così una delle zone più povere del Sud America. Questa la sfida raccolta dalla Pneumologia del Maggiore, grazie all’accordo di collaborazione sottoscritto nel novembre del 2011 tra l’Università federale degli Studi del Parà e l’Azienda Ospedaliero-Universitaria Joao de Barros Barreto (Brasile) e l’Università degli Studi e l’Azienda Ospedaliero-Universitaria di Parma. Le azioni dell’obiettivo primario dell’accordo sono: la promozione di corsi di specializzazione condivisi, conferenze e seminari, così come lo scambio di docenti, ricercatori, studenti, infermieri e tecnici e la realizzazione di progetti di interesse comune.

Il primo passo nell’attuazione dell’accordo si è svolto nel maggio 2012, quando a Barros Barreto è stato organizzato il primo convegno di pneumologia patrocinato dalle due Università e dalle due Aziende ospedaliere: tre giorni di lezioni alle quali hanno partecipato 84 tra medici e infermieri brasiliani. Numerosi gli interventi in videoconferenza con Parma, Verona e Bologna. Alcune lezioni, inoltre, sono state seguite in collegamento anche da Luanda, in Angola, dove è operativo un altro ospedale gestito dall’Opera Don Calabria.

Il progetto è coordinato, per l’Azienda Ospedaliero-Universitaria di Parma, da Gianni Angelo Casalini, direttore della struttura complessa di Pneumologia ed endoscopia toracica dell’Ospedale Maggiore, che nel 2008 ha accettato l’invito di un collega di Verona, Carlo Pomari, a dotare l’ospedale «Divina provvidenza» di Marituba, nello Stato del Parà, di un reparto di Pneumologia.
«Il Negrar, l’ospedale in cui opera Pomari a Verona – racconta Casalini – è gestito dall’Opera Don Calabria, la “Congregazione dei poveri servi della divina provvidenza”, la stessa che nel 1998 ha aperto l’ospedale a Marituba. Stiamo parlando di una delle zone più povere del Brasile: lo stesso ospedale si trova tra le favelas e sono soprattutto i più disagiati a rivolgersi alla struttura».
Una struttura che, da quando è stata avviata, ha saputo dotarsi di quasi tutti i reparti: ortopedia, urologia, ginecologia, terapia intensiva, il centro di emodialisi, neonatologia e, ora, pneumologia. L’ospedale è convenzionato, quindi più accessibile di una struttura privata, e rispetto agli ospedali pubblici ha sempre potuto contare su attrezzature di livello superiore. Mancavano però personale e competenze adeguate per utilizzarle.

Grazie all’esperienza e all’entusiasmo di Casalini – che si è recato più volte in Brasile insieme a Pomari e alle infermiere Maria Teresa De Caprio, parmigiana, e Paola Venturini dell’ospedale di Verona – sono stati attivati dei corsi per il personale medico e infermieristico di Marituba e degli ospedali vicini, comprendenti formazione sul campo e in sala operatoria. Il risultato è che oggi a Marituba è operativo il reparto di Pneumologia, con i due settori endoscopia bronchiale e fisiopatologia respiratoria. L’endoscopia toracica, usata per la diagnostica, permette di identificare le infezioni  respiratorie più diffuse, come la Tbc, ma anche le forme neoplastiche, prima non identificabili.

Oggi l’ospedale è autonomo nel campo dell’endoscopia bronchiale diagnostica e dell’esecuzione delle prove di funzionalità respiratoria nella Bpco (broncopneumopatia cronica ostruttiva), nell’asma e in tutte le altre malattie polmonari.
La sfida del futuro prossimo è potenziare l’ospedale anche nel campo dell’endoscopia bronchiale operativa e dell’endoscopia bronchiale pediatrica.

Ultimo aggiornamento contenuti: 02/11/2012