Attualità scientifica

Giocamico, undicesimo anno

"Giocamico" è un progetto innovativo nato nell'Ospedale di Parma con la finalità di migliorare la qualità di vita dei bambini ricoverati nei reparti pediatrici
17 gennaio 2008

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Il progetto Giocamico è giunto al suo undicesimo anno. Anche per il 2008 è stata rinnovata la convenzione con la cooperativa “Le mani parlanti” da parte di Azienda Ospedaliero-Universitaria di Parma, Provincia di Parma e Comune di Parma. Ne parliamo con Giancarlo Izzi, direttore della struttura semplice di Pediatria e oncoematologia, e con Corrado Vecchi, responsabile del progetto Giocamico della coop. Le Mani Parlanti.

 

Dottor Izzi, che significato ha il progetto Giocamico?

Giocamico è un progetto estremamente importante, un progetto non sanitario ma sulla persona, che ha dato anche risultati sanitari. Noi, indubbiamente, abbiamo bambini che vanno all’intervento chirurgico molto più sereni, e quindi è meno difficile sedarli, si usano meno farmaci, si hanno meno effetti collaterali, si ha un risveglio e ripristino delle condizioni di salute più precoce e quindi un percorso di dimissione più rapido.

I bambini di oncoematologia, che devono affrontare momenti estremamente difficili, partecipano alle terapie perché attraverso il gioco hanno capito che questo grande posto che è l’ospedale è un luogo in cui la loro personalità e le loro esigenze vengono attentamente considerate.

La malattia deve essere intesa come un periodo soltanto transitorio della vita del bambino, un ostacolo che il bambino deve imparare a superare ma che, soprattutto, sia un’esperienza in cui la solidarietà e partecipazione adulta nel percorso di vita si concretizza e, attraverso il gioco, tutto questo è possibile.

Corrado Vecchi, come funziona Giocamico?

L’orario di presenza è dalle 9 alle 12.30 e dalle 14.15 alle 17.30. Di massima, perché c’è il bambino che dice “se non stai qui non mangio” per cui il volontario sta lì fino alle 18-19. I reparti nei quali siamo inseriti sono quelli pediatrici (chirurgia, astanteria, clinica, oncoematologia day hospital e degenza) più altri reparti dove siamo chiamati al bisogno: centro ustioni, chirurgia plastica, neurochirugia, otorino, maxillofacciale.

I volontari presenti – al momento sono 172 – offrono disponibilità una volta a settimana, mattina o pomeriggio. Così abbiamo persone tutti i giorni, sabato e domenica, natale e capodanno compresi.

I volontari sono a disposizione nel momento in cui il bambino vuole giocare. Oramai i bambini sanno che ci sono i “giocamici”. La mamma esce dalla stanza e chiede “c’è un giocamico che viene a giocare”?

Ogni reparto è fornito di una quantità di giochi ma cerchiamo molto di stimolare la creatività e l’immaginario del bambino, ad esempio abbiamo stoffe per costruire insieme dei pupazzi. A volte invece ti chiamano per guardare insieme un cartone animato, perché il bisogno è solo questo. E’ importante per il bambino sapere che non deve giocare per forza; noi siamo a disposizione e non è che se non vuole giocare questo ci offenda.

Quali sono i numeri di Giocamico?

Giocamico è nato nel ’98 ma io sono nel reparto dal ’91. Diciamo che dopo un po’ di anni insieme, con il dottor Izzi,abbiamo cominciato a pensare a come allargare il progetto a tutta l’area pediatrica. Ringrazio le istituzioni perché è grazie a loro che i finanziamenti giungono e rendono possibili le assunzioni di operatori, perché è vero che ci sono tanti volontari ma se non ci fossero gli educatori che li coordinano, li formano e sono sempre presenti nei reparti, il volontario si sentirebbe assolutamente spiazzato. E, come purtroppo a volte succede in altre realtà italiane, la permanenza di volontariato in ospedale durerebbe molto poco.

Giocamico ha numeri molto alti. Nel 2007 oltre 24.000 ore di presenza rispetto al 1998, quando iniziammo, quando furono 300 ore. In dieci anni abbiamo superato le 150.000 ore. Ogni anno incontriamo circa 15.000 bambini.

L’attività di preparazione all’intervento chirurgico ha visto 1.700 bambini preparati dal ’99 a oggi, più un centinaio di bambini piccoli. E dal maggio scorso si è aggiunta la preparazione alla Risonanza Magnetica dove, in raccordo conNeuroradiologia e il 1° servizio di Anestesia e Rianimazione , siamo presenti per prepararli e accompagnarli.

Giocamico sta facendo scuola?

Reggio Emilia, Carpi, Castelnuovo Monti sono ospedali nei quali facciamo la formazione ai volontari periodicamente. Un paio di volte l’anno andiamo anche al Policlinico di Bari. Altre richieste sono arrivate dall’ospedale di Piacenza per attività di preparazione all’intervento chirurgico, e da Monza per il controllo del dolore non farmacologico.

A fine gennaio saremo a Firenze al Seminario di ChildONEurope sulla “Partecipazione dei minori nella vita quotidiana”. Il Seminario europeo rappresenta un’occasione per scambiare e discutere informazioni, raccolte sulla base delle esperienze realizzate nella Ue dai Ministeri competenti, le organizzazioni internazionali, le Ong e le università, riguardanti le politiche, i programmi, le ricerche e le buone prassi di partecipazione dei minori nella vita quotidiana

La scheda esplicativadel nostro progetto sarà presentata nel materiale del seminario.

Cos’è il viaggio sul pianeta S.O.?

Si tratta della preparazione all’intervento chirurgico. Lo facciamo tutti giorni con i bambini che l’indomani devono essere operati. Le nostre educatrici entrano con il bambino in una stanza riservata della chirurgia e lo accompagnano nel viaggio sul pianeta S.O. (sala operatoria), con due pupazzi eincontrano tutti gli strumenti, la mascherina, il saturimetro, la suppostina, e i personaggi come i verdini (gli anestesisti) e ci giocano; i genitori assistono e abbiamo visto che questa presenza è importante perché riducono la loro ansia e ciò si ripercuote positivamente su bambino. Quest’anno grazie alla collaborazione con il Cral Tep abbiamo fatto un libricino, edizioni Battei, che viene distribuito a tutti i bambini che dovranno essere sottoposti ad un intervento, affinché a casa, con i genitori possano iniziare a conoscere gli ambienti, le persone e gli strumenti che incontreranno poi in sala operatoria. E la cosa dev’essere talmente interessante che ci sono stati dei fratelli che vorrebbero anche loro fare l’operazione chirurgica…

Invece per la risonanza magnetica ?

La Risonanza è un esame che fa paura con quel tubo dove bisogna infilarsi e rimanere immobili e con quei rumori assordanti, nonostante la nuova Rmn dell’ospedale sia molto più accogliente e bella.Ora noi abbiamo costruito una finta Risonanza, con i rumori registrati, in modo che possano provarla in anticipo, sottoforma di gioco, per aiutarli ad affrontare l’esame vero senza sedazione. Credo chese il bambino riesce a viverla senza essere addormentato sia più sereno. Un esempio recente è quello di una bambina che si è dovuta sottoporre a sette-otto risonanze sempre da addormentata mentre nell’ultimo esame è rimasta sveglia. Per questo fatto si sentiva come una principessa o un’eroina ed è rientrata correndo in reparto e annunciando “ho fatto tutto senza anestesia”. E’ stato un traguardo piccolo ma significativo.

Ultimo aggiornamento contenuti: 19/06/2013