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La malattia di Menière è un’affezione idiopatica dell’orecchio interno caratterizzata da vertigini, ipoacusia fluttuante, acufeni e sensazione di orecchio pieno (fullness). La crisi vertiginosa è di tipo rotatorio, spontanea, episodica e ricorrente, della durata di almeno 20 minuti, associata a fenomeni neurovegetativi (nausea, vomito). La diagnosi è clinica, mentre gli esami strumentali audiologici e vestibolari consentono di valutare il danno delle strutture labirintiche.
La maggior parte dei pazienti trae giovamento con il solo ausilio della terapia dietetica (riduzione dell’apporto idrosalino) eventualmente associata alla terapia farmacologica.
Nei casi refrattari alla terapia medica è possibile ricorrere all’ablazione chimica del labirinto posteriore mediante somministrazione endotimpanica degli antibiotici aminoglicosidi (gentamicina). È questa una metodica di facile esecuzione, minimamente invasiva e ben tollerata che consente di ottenere un ottimo controllo della sintomatologia vertiginosa.
Nei casi in cui il trattamento medico in tutte le sue forme non è in grado di garantire una soddisfacente qualità di vita (5% dei casi), è possibile ricorrere alla terapia chirurgica. La scelta della tecnica chirurgica da utilizzare è individualizzata da paziente a paziente in base all’età, alle condizioni anatomiche, e al quadro audiometrico. Le metodiche chirurgiche attualmente più utilizzate sono la labirintectomia nei casi con udito non più utilizzabile e la neurectomia vestibolare per via retrolabirintica nei casi con buon udito pre-operatorio.