“Parma Campaign” esempio nel mondo
Contenuto dell'articolo
In occasione dell’Anno del bambino con diabete proclamato dalle Nazioni Unite e iniziato a novembre, la Federazione internazionale diabete ha pubblicato la Charter Paper, un documento che impegna i governanti di tutto il mondo a garantire ai bambini con diabete almeno il livello minimo di trattamento medico possibile.
In questo documento, l’esperienza diagnostica e di sensibilizzazione nota come “Parma Campaign”, iniziata negli anni Novanta presso il Centro di riferimento regionale di diabetologia pediatrica “Margherita Borri Cocconcelli” dell’Azienda Ospedaliero-Universitaria di Parma diretto da Maurizio Vanelli, è indicata come l’intervento più efficace per prevenire all’esordio la chetoacidosi.
La chetoacidosi – presenza nell’organismo dei corpi chetonici prodotti nell’impossibilità di usare gli zuccheri – è una condizione clinica che interessa dal 40 all’80% dei soggetti al momento della diagnosi ed è la maggiore causa di morte per diabete nei bambini, spesso per il ritardo con il quale si continua a formulare la diagnosi di diabete.
Tra le poche strategie esistenti per il riconoscimento precoce del diabete, e per evitare quindi le conseguenze della chetoacidosi, c’è proprio quella sperimentata con successo a Parma da oltre dieci anni, imperniata su un intervento di informazione presso insegnanti, famiglie e pediatri.
La chiave del successo della “Parma Campaign” è la segnalazione di un sintomo precoce dell’iperglicemia latente che molto spesso viene sottovalutato: la comparsa di un’inusuale enuresi notturna (pipì a letto) nel bambino. La campagna originaria prevedeva la diffusione di materiale informativo in scuole e ambulatori della provincia e il coinvolgimento dei pediatri, appositamente dotati di un reflettometro per la misurazione della glicemia e di stick per misurare il livello di glucosio e di chetoni nelle urine. L’Associazione giovani diabetici (Agd) di Parma inoltre ha messo a disposizione un numero verde per informazioni e consulenze (800848043), attivo ancora oggi.
L’iniziativa, unica nel suo genere, è stata monitorata per otto anni, durante i quali l’incidenza della chetoacidosi grave all’ esordio del diabete è precipitata dal 78 al 12,5% nei bambini provenienti dalla provincia di Parma.
Negli ultimi mesi, si sono susseguiti numerosi riconoscimenti all’operato del Centro di riferimento regionale di diabetologia pediatrica del Maggiore: oltre alla citazione nella Charter Paper, anche l’organo ufficiale dell’International Diabetes Federation, Diabetes Voice, ha pubblicato l’esperienza di Parma Campaign in un numero speciale in inglese, francese, spagnolo e russo.
A Parma Campaign si è ispirata inoltre anche la Federazione diabete-Italia, che raccoglie tutte le associazioni scientifiche e di volontariato sul diabete del nostro Paese, che negli scorsi mesi ha distribuito in 17.000 farmacie italiane una nuova edizione del poster di Parma campaign.
Sull’onda di questi successi, il Centro di riferimento regionale di diabetologia pediatrica “Margherita Borri Cocconcelli” dell’Azienda Ospedaliero-Oniversitaria di Parma, in collaborazione con l’Associazione giovani diabetici di Parma, ha deciso di lanciare la seconda edizione di Parma Campaign.
Negli ultimi tre anni, infatti, sono ricomparse nella provincia di Parma alcuni inaspettati casi di chetoacidosi grave e il livello di attenzione nei confronti dei sintomi precoci di diabete nel bambino è diminuito, anche perché i poster originali sono scomparsi.
Per la seconda edizione di Parma Campaign, sono stati predisposti un nuovo poster e due cartoline informative, una destinata ai medici di medicina generale e ai pediatri, l’altra alle famiglie. Il materiale, che a livello nazionale sarà diffuso in tutte le scuole e a tutti i pediatri, sarà inoltre tradotto in numerose lingue straniere.
Nel corso della presentazione della nuova edizione di Parma Campaign, il direttore sanitario dell’Azienda Ospedaliero-Universitaria di Parma, Luca Sircana, ha espresso soddisfazione per il successo del progetto: “Parliamo di azioni che non riguardano in modo stretto l’alta tecnologia o le terapie specialistiche che caratterizzano il nostro ospedale, ma di prevenzione, diagnosi precoce, informazione ai pazienti. Sottolineo questo aspetto per la visione ampia dei professionisti, che non è solo tesa verso la patologia d’organo, ma che denota un approccio allargato verso i bisogni dei pazienti”.
Maurizio Vanelli, responsabile del Centro di riferimento regionale di diabetologia pediatrica dell’Azienda Ospedaliero-Universitaria, ha sottolineato l’eccellenza di Parma in questo settore: “C’è un’agenzia mondiale che ha riunito 22 centri di diabetologia pediatrica di tutto il mondo per mettere a punto delle strategie nella prevenzione e cura del diabete nel bambino. Parma è uno di questi 22 centri che si trovano una volta all’anno per confrontare risultati e programmi ed è il secondo centro per miglior controllo del diabete. Oggi sono circa 250 i piccoli pazienti seguiti dal nostro centro, che ha un bacino di utenza extraprovinciale”.