Attualità scientifica

Bando Giovani ricercatori 2007: due vincitori sono made in Parma

I progetti di Bianchi (Maxillo-facciale) e Corradi (Anatomia e istologia patologica) tra i 40 selezionati
05 gennaio 2009

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Il Ministero del Lavoro, della salute e delle politiche sociali ha pubblicato l’elenco dei progetti vincitori del Bando Giovani ricercatori 2007, riservato a ricercatori di età inferiore a 40 anni. È una risposta concreta alla fuga dei cervelli, un’iniziativa che premia la ricerca italiana a partire da chi la fa sul campo con l’entusiasmo e la capacità di innovare e di raccogliere sfide difficili, proprie dei giovani. Sono stati presentati 1.500 progetti di ricerca, di cui 1.250 esaminati da un apposito comitato di valutazione, composto da 10 autorevoli ricercatori (metà italiani e metà stranieri) anch’essi di età inferiore ai 40 anni. Il comitato ha predisposto una lista di 40 progetti finalisti.

Due progetti sono di ricercatori dell’Azienda Ospedaliero-Universitaria di Parma. Il risultato è ragguardevole poiché si tratta degli unici due progetti premiati tra quelli presentati da strutture dell’Emilia-Romagna: in totale 135 su 1.250 dal territorio nazionale.

I primi 26 progetti sono finanziabili con risorse disponibili (5% dei fondi per la ricerca sanitaria del Ministero della Salute, 15 milioni di euro). I successivi 14 – tra questi i due progetti made in Parma – potranno partire se saranno reperiti i finanziamenti necessari (oltre 1 milione di euro complessivamente).

In questo caso, l’Azienda Ospedaliero-Universitaria di Parma si impegna a sostenere il ricercatore per tutta la durata del progetto, assicurandogli il necessario supporto tecnico e logistico.

La Commissione nazionale ricerca sanitaria sta preparando un analogo bando per il 2009. Anche in questo caso i nostri ricercatori saranno supportati dalla struttura Ricerca e innovazione dell’Azienda Ospedaliero-Universitaria, guidata da Caterina Caminiti, per la definizione delle proposte di ricerca e la presentazione delle domande.

I due progetti premiati riguardano:

  • la sindrome di Moebius (ricercatore: Bernardo Bianchi, Maxillo-facciale)
  • il trattamento dello scompenso cardiaco (ricercatore: Domenico Corradi,Anatomia e istologia patologica)

Vi proponiamo l’intervista a Bernardo Bianchi. A seguire prossimamente l’intervista con Domenico Corradi.

 

Ricerca su sindrome di Moebius

Bernardo Bianchi, 38 anni, dal 2005 è dirigente medico della struttura Maxillo-facciale dell’Azienda Ospedaliero-Universitaria di Parma. Si è laureato con lode in medicina e chirurgia e successivamente specializzato in chirurgia maxillo facciale all’Università di Parma. Ha trascorso alcuni periodi lavorativi al Gustave Roussy Institut di Parigi (Francia, 1999) e al Sick Children’s hospital di Toronto (Canada, 2002). Dal 1999 ha eseguito oltre 600 interventi chirurgici per patologie cranio maxillo facciali.

Dal 2003 fa parte del comitato scientifico dell’associazione italiana per la sindrome di Moebius. È autore o coautore di circa 30 pubblicazioni su riviste internazionali e nazionali.

Qual è il titolo del suo progetto di ricerca?

La chirurgia del sorriso nelle forme mono e bilaterali con lembi microvascolari: nervo masseterino e plasticità cerebrale nella spontaneità del sorriso.

Quale l’obiettivo principale?

Il principale obiettivo del progetto è stabilire se la rianimazione facciale eseguita in pazienti affetti da sindrome di Moebius mediante trapianti muscolari reinnervati da un nervo normalmente utilizzato durante la masticazione (nervo masseterino), sia in grado di migliorare la capacità dei pazienti di riconoscere l’espressione facciale delle emozioni altrui e di evocare risposte emozionali automatiche nel muscolo trapiantato, grazie ad un meccanismo di riadattamento della corteccia cerebrale.

Quali persone sarebbero interessate da questo intervento?

La sindrome di Moebius è una malattia congenita rara caratterizzata da paralisi facciale bilaterale completa o parziale accompagnata da altre paralisi dei nervi cranici quali l’ipoglosso e l’abducente, oltre al nervo facciale. Tale alterazione porta alla inattività della muscolatura mimica facciale ed all’assenza dei movimenti di lateralità degli occhi. La mancanza dell’animazione facciale, e la conseguente incapacità di mostrare le proprie emozioni tramite le espressioni del volto, determina in questi pazienti un’importante barriera alla comunicazione interpersonale e porta frequentemente ad una riduzione dell’autostima ed all’introversione. Per lo stesso motivo tali pazienti vengono talvolta erroneamente creduti mentalmente ritardati. La paralisi facciale può causare  inoltre incompetenza bilabiale con difficoltà nella parola e negli atti del mangiare e del bere. Altri segni clinici di rilievo sono l’incapacità di chiudere gli occhi e lo strabismo divergente legato alla paralisi del nervo abducente. Il ripristino anche di una piccola frazione del movimento facciale è quindi importante in termini funzionali e di comunicazione verbale e non verbale. L’Azienda Ospedaliero-Universitaria di Parma è, dal 2003, centro di riferimento europeo per la “chirurgia del sorriso”. In cinque anni sono stati visitati circa 80 pazienti affetti da una forma più o meno completa di sindrome di Moebius e sono stati eseguiti più di 30 interventi di rianimazione facciale. Durante il loro percorso terapeutico-riabilitativo questi pazienti vengono valutati da un team multi-specialistico composto da oculisti, neurologi, ortodontisti, fisioterapisti, psicologi, ortopedici e logopedisti ai fini di favorire la ripresa funzionale e di valutare la correzione delle anomalie associate alla paralisi della muscolatura facciale (es. strabismo, cheratocongiuntiviti legate alla non completa chiusura delle palpebre, piede torto, anomalie occlusali).

Questo progetto di ricerca si basa sulle acquisizioni relative ai fenomeni di adattamento corticale e sui circuiti di simulazione somato-motoriache si attivano nell’osservazione e nell’esperienza emotiva nei pazienti affetti da paralisi facciale congenita rispetto ai soggetti normali.

A tale scopo verrà quantificata la capacità dei pazienti Moebius di riconoscere l’espressione facciale delle emozioni mediante una serie di tests basati sulla presentazione di immagini statiche e in movimento di volti che esprimono emozioni di varia natura. I risultati di tali indagini verranno raffrontati ai risultati osservati in un gruppo di controllo di soggetti sani. I pazienti verranno testati prima e dopo l’intervento chirurgico e la riorganizzazione corticale eventualmente indotta dall’intervento verrà studiata e quantificata mediante risonanza magnetica funzionale (fMRI).

Quali le strutture coinvolte nella ricerca?

Maxillo-facciale e Neurologia dell’Azienda Ospedaliero-Universitaria e Fisiologia dell’Università di Parma.

Come ha reagito quando ha saputo che il suo progetto è stato selezionato nei 40 premiati?

La selezione del progetto di ricerca sulla Sindrome di Moebius rappresenta un riconoscimento del lavoro che da anni svolgiamo per la riabilitazione dei pazienti affetti da tale patologia. Il finanziamento di tale proposta consentirebbe un ulteriore sviluppo delle conoscenze e delle possibilità terapeutiche attualmente disponibili e andrebbe ad inserirsi nell’ambito delle ricerche già in corso promosse dall’Associazione italiana sindrome di Moebius.

Ultimo aggiornamento contenuti: 19/06/2013