Il congresso internazionale sulle cure essenziali nei paesi a basse risorse

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Come fare ad essere professionisti sanitari in un luogo caratterizzato da situazioni logistiche precarie, scarse disponibilità tecnologiche, ridotte possibilità di indagini di laboratorio o radiologiche ed incostante disponibilità di farmaci? E’ il tema centrale del V Congresso internazionale “Neonatologia e sviluppo: cure essenziali nei paesi a basse risorse” che si svolgerà a Parma nella Sala congressi dell’Azienda Ospedaliero-Universitaria giovedì 3 novembre a partire dalle 8.30.
Lo scopo del convegno è quello di mettere a fuoco alcuni importanti capitoli come il ruolo della politica nella cooperazione, della tecnologia, della formazione e quello dei professionisti impegnati nei paesi a basse risorse. L’obiettivo comune è quello di individuare e ridurre le maggiori cause di mortalità infantile che coinvolge gli operatori della sanità, le fondazioni, i governi e numerose Ong che realizzano progetti di cooperazione in tutto il mondo. Emerge così la necessità di conoscere la realtà in cui ci si muove coinvolgendo i responsabili locali e rendere protagonisti gli operatori del posto oltre scendere in campo con operatori preparati cercando di dare continuità ai progetti.
L’appuntamento è organizzato dall’Azienda Ospedaliero-Universitaria di Parma in collaborazione con la Società Italiana di Neonatologia (SIN). Iscrizioni entro il 20 ottobre via fax (0521-704698) o tramite posta elettronica all’indirizzo (dgiovedi@ao.pr.it). E’previsto l’accreditamento ECM.
Razionale del convegno
Esiste un consistente divario tra le aspettative e prospettive di vita degli abitanti delle società occidentali e quelle delle persone che vivono nei paesi a basse risorse. Una soluzione efficace per livellare le disuguaglianze non esiste ancora, nonostante gli obiettivi di sviluppo del millennio promossi nel 2.000 che avrebbero dovuto ridurre decisamente la mortalità infantile sotto i 5 anni e migliorare la salute materna. Purtroppo questo non è avvenuto e tutt’ora sono le donne ed i bambini in età prescolare che pagano le conseguenze più pesanti. In particolare sono 2,9 milioni i neonati che sono morti nel 2015 ( 46% della mortalità sotto i 5 anni ) a cui vanno aggiunti 2,6 milioni di nati morti e 300.000 decessi di giovani donne per cause connesse al parto o
alla gravidanza e questo a causa dei ridotti investimenti nelle cure neonatali. Il prossimo obiettivo è quello di raggiungere nel 2030, secondo i nuovi Global Goals del 2016, una mortalità inferiore a 12 neonati e a 12 nati-morti ogni 1000 nati, in tutto il mondo. L’unico modo per ottenere questo è quello di accelerare la riduzione delle maggiori cause di mortalità che nella maggioranza dei casi sono facilmente prevenibili.