Nuova campagna della Regione per far crescere i “sì” a donare organi e tessuti

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Nel 2016 in Emilia-Romagna aumentano del 20% i donatori e del 24,2% i trapianti. Di conseguenza, le persone in lista d’attesa scendono da 1.272 a 1.084 (-14,8%), la metà delle quali provenienti da altre regioni. Sono poi oltre 276 mila i cittadini che hanno registrato la propria volontà sulla donazione degli organi e dei tessuti; di questi, 266.880, vale a dire il 96,6%, lo ha fatto per dire “Sì”: numeri che collocano la regione al primo posto in Italia, assieme alla Valle d’Aosta, per numero di consensi rispetto alla popolazione, e al secondo posto per numero di dichiarazioni rilasciate, sempre in rapporto agli abitanti.
E per far crescere ancora la cultura della donazione, è partita una nuova campagna di comunicazione della Regione, costruita anche grazie ai risultati di un sondaggio che racconta come gli emiliano-romagnoli vedono la donazione d’organi e tessuti, quali sono le motivazioni positive, le paure e i pregiudizi.
La donazione secondo gli emiliano-romagnoli¶
Per impostare la nuova campagna di comunicazione, con l’obiettivo di promuovere ulteriormente la cultura della donazione e un’adesione ancora più ampia da parte dei cittadini, è stato richiesto all’agenzia che si sarebbe aggiudicata l’incarico di svolgere un sondaggio preventivo per rilevare l’opinione degli emiliano-romagnoli. Swg ha svolto quindi 1.000 interviste tramite questionario strutturato a un campione estratto con criteri proporzionali per genere, età e provincia di residenza.
Sei emiliano-romagnoli su dieci ritengono di essere molto (9%) o abbastanza (51%) informati sulla donazione di organi e tessuti. Superano questa percentuale i ceti più istruiti (65%) e gli anziani (64%), mentre non la raggiungono i millennials – cioè i nati tra gli anni ’90 e i primi anni 2000 – (54%) e soprattutto i redditi più bassi (48%).
Molti sono però i dubbi o le convinzioni errate: per il 29% degli intervistati, ad esempio, non serve formalizzare la propria volontà di donare, mentre percentuali ancora alte hanno le idee confuse o errate sulla possibilità di donare ad esempio pancreas (61%), arti (60%), fegato e capelli (54%) o addirittura il cervello (43%). Ci sono poi paure difficili da superare: il 38% degli intervistati ritiene che sia possibile che ad una persona dichiarata clinicamente morta vengano prelevati gli organi prima del tempo, mentre un 30% non sa.
Verso la donazione post mortem è disponibile il 75% degli interpellati (44% certamente, 31% probabilmente). Ma perché donare? Per il 68% per dare a qualcun altro la possibilità di godersi la vita. Per il 36% per generosità, perché piacerebbe riceverla se ne avessero bisogno (23%) o per senso civico (22%). E che cosa invece frena? La paura che il prelievo avvenga prima della morte effettiva (36%) o per motivi religiosi e spirituali (23%), per il sospetto che le donazioni siano legate a interessi economici (21%) o per mancanza di informazioni su come fare (17%).
La nuova campagna “Donare vuol dire essere” Locandine
Il focus di comunicazione della nuova campagna è tutto nell’espressione “donare vuol dire essere”, ovvero: se doni sei “più persona”, più te stesso, più autentico. Si rivolge alle persone che hanno dentro di sé la predisposizione al dono che, come racconta il sondaggio, sono la maggior parte degli emiliano-romagnoli, per far scattare in loro una riflessione e una domanda: se ci credo, perché non ho ancora espresso la mia volontà di donare?
Una campagna, dunque, che premia la persona nella propria identità e consapevolezza. Obiettivo è coinvolgere emotivamente per spingere ad agire. Per questo “Organi, tessuti e cellule DONARE VUOL DIRE ESSERE” si completa nell’invito esplicito a compiere un gesto: “SCEGLI LA VITA, DIVENTA DONATORE – Scopri come su www.unasceltaconsapevole.it”. La campagna è declinata attraverso vari strumenti, che contengono di volta in volta le indicazioni specifiche sul come e dove dichiarare la propria volontà di donare: dalle locandine, agli annunci sui social, ai totem negli uffici anagrafe.
Gli ospedali dell’Emilia-Romagna in cui si effettuano i trapianti
In Emilia-Romagna si svolgono le attività di trapianto d’organo per rene, rene-pancreas, cuore, fegato, polmone, intestino e multiviscerale. I trapianti d’organo vengono effettuati presso le Aziende ospedaliero-universitarie di Parma, Modena e Bologna, a cui si uniscono, per quel che riguarda il midollo osseo, anche l’Azienda Usl di Piacenza e ospedaliera di Reggio Emilia e per il trapianto di cute l’Ospedale Bufalini di Cesena.