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L’otosclerosi è una malattia a carattere ereditario che interessa esclusivamente l’orecchio. La malattia può presentarsi irregolarmente in più membri della stessa famiglia. Questa patologia causa la fissazione della staffa per una crescita anomala di osso nelle pareti dell’orecchio interno adiacente.
L’otosclerosi può coinvolgere entrambi gli orecchi e comporta un deficit uditivo progressivo cui possono associarsi acufeni (fischi o ronzii nell’orecchio). Usualmente, la malattia interessa soggetti adulti, più frequentemente di sesso femminile.
Di norma, gli accertamenti audiometrici (esami strumentali dell’udito) evidenziano una “sordità di trasmissione”.
Non esistono terapie mediche in grado di ripristinare la funzione uditiva nei soggetti otosclerotici. La sordità di trasmissione causata dall’otosclerosi è operabile. L’intervento microchirurgico prende il nome di stapedioplastica e viene effettuato in anestesia locale, attraverso il condotto uditivo: si solleva la membrana timpanica e, dopo avere asportato la parte superiore della staffa, si pratica un piccolo foro (del diametro di 0.7 mm) nella platina (base della staffa), grazie a un microtrapano. La staffa asportata viene sostituita da una piccola protesi a forma di pistone: una estremità del pistone viene posizionata nel foro effettuato nella base della staffa, mentre l’altra estremità, dotata di un gancio, viene ancorata all’incudine. Al termine dell’intervento, le vibrazioni che giungono alla membrana timpanica, si trasmettono al martello, all’incudine, alla protesi che sostituisce la staffa e da questa ai liquidi dell’orecchio interno, consentendo così il recupero della funzione uditiva. L’intervento chirurgico consente un buon recupero uditivo nel 97% dei pazienti.
L’esperienza ultradecennale della Otorinolaringoiatria e otoneurochirurgia di Parma si basa su oltre 3.800 stapedioplastiche.
Una alternativa all’intervento chirurgico è la protesizzazione acustica tradizionale.