La deposizione del Cristo al tempo del Covid: il quadro di Roberto Mora per l’Ospedale Maggiore

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Il tema doveva essere “la cultura batte il tempo”, slogan di Parma Capitale della Cultura 2020. Ma poi arrivò il Covid e Roberto Mora plasmò le sue opere pittoriche ai tempi mutati, rivisitando i capolavori del passato secondo i gusti e gli stilemi del contemporaneo. Tra i lavori esposti in una sua “personale” al Palazzo Civico di Montechiarugolo decise di donare la Deposizione del Cristo morente all’Azienda Ospedaliero-Universitaria di Parma.
“Quest’anno, purtroppo, è stato segnato fortemente dalla pandemia Covid 19 che ha provocato migliaia di morti – ha spiegato Roberto Mora – . Per sottolineare l’importanza e la gratitudine a tutto il personale del comparto ospedaliero della nostra città, ho deciso di donare una mia opera. Quest’anno si celebrano i 500 anni dalla morte di Raffaello e ho elaborato la deposizione di Cristo conosciuta come “Pala Baglioni” con i dispositivi che sono entrati nella nostra vita quotidiana, guanti, camici e mascherine, con i quali “ho vestito” tutte le figure lasciando comunque inalterate la sacralità e la drammaticità che questo capolavoro ci ha trasmesso nei secoli”.
L’opera si intitola “Rivisitazione in chiave Covid-19 della Pala Baglioni di Raffaello” (tecnica mista su tela, 120×130 cm) e sarà esposta nei corridoi del Maggiore quale omaggio al personale impegnato in corsia e in ricordo del drammatico momento che abbiamo vissuto.
Presente alla consegna l’assessore alla Cultura del Comune di Montechiarugolo e vicesindaco Laura Scalvenzi: “Ci ha fatto molto piacere ospitare la mostra di Roberto Mora perché la sua interpretazione di passato e modernità ci sembrava calzante con lo slogan di Parma Capitale della Cultura e soprattutto è stata un’occasione per rendere omaggio a chi si è speso così tanto in questi mesi tremendi che speriamo di lasciarci alle spalle”.
Un grazie alla sensibilità dell’artista da parte del direttore dell’Azienda Ospedaliero-Universitaria di Parma Massimo Fabi a nome di tutto il personale a cui il quadro è stato dedicato e un’apprezzamento “per come ha saputo rivisitare le opere del passato con gli elementi del dramma che abbiamo vissuto”.