News dall'ospedale

Al Maggiore la campagna itinerante “Hub2Hub”

Martedì 8 maggio dinanzi al padiglione Centrale un gazebo per informare i cittadini sulle novità introdotte dalle Legge 38
08 maggio 2012

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Per diffondere la cultura della lotta al dolore e informare i cittadini sui cambiamenti avvenuti dopo l’approvazione della legge 38/2010 “Cure palliative e terapia del dolore” giunge all’ospedale Maggiore di Parma la campagna itinerante “Hub2Hub” dell’associazione “Vivere senza dolore”, patrocinata dal Ministero della Salute. Martedì 8 maggio i volontari incontreranno i cittadini nel gazebo collocato all’ingresso del padiglione Centrale (ex-Monoblocco). Per l’intera giornata gli utenti che accederanno al padiglione saranno informati sulla presenza all’ospedale Maggiore di Parma di un Centro Hub (di eccellenza) per la terapia del dolore e riceveranno materiale di approfondimento: una scheda sul dolore, una sulla legge 38, un regolo (algometro) per misurare ogni giorno l’intensità del dolore provato e un diario per annotarne le caratteristiche.

“La legge 38 per la prima volta in Europa ha sancito il diritto del cittadino alla tutela dell’accesso alla terapia del dolore, attraverso un percorso che coinvolge il medico di Medicina generale, che già nella nostra realtà esercita un ruolo fondamentale, il Centro di terapia del dolore periferico e infine il Centro di eccellenza” spiega Giudo Fanelli, presidente della Commissione per l’attuazione della legge 38, per la relazione al Parlamento e alla conferenza Stato-Regioni del Ministero della Salute, nonché direttore della struttura di 2° Anestesia, rianimazione e terapia antalgica del Maggiore.

La campagna itinerante “Hub2Hub” è svolta con l’obiettivo di fotografare la situazione dopo il varo della normativa del 2010 presso quindici ospedali sede di un Centro di terapia antalgica. Oltre al questionario rivolto ai cittadini, prevede la distribuzione di altri due questionari, uno rivolto ai pazienti ricoverati nei reparti e un secondo ai medici.

“I risultati raccolti – spiega Marta Gentili, presidente dell’associazione Vivere senza dolore – serviranno a far luce su come i pazienti ricoverati nei diversi reparti ospedalieri ricevano un adeguato trattamento per la patologia dolore. Ci aiuteranno a capire quali siano le necessità dei clinici in termini di formazione ci forniranno un quadro della reale conoscenza da parte dell’utente non solo della legge 38, ma anche dell’esistenza di centri qualificati per la cura del dolore. Il tutto in chiave propositiva: solo la collaborazione tra medici, pazienti ed istituzioni ci permetterà di continuare con profitto lungo il cammino intrapreso”.

Nell’Azienda Ospedaliero-Universitaria di Parma è stato istituito Il comitato “Ospedale e Territorio Senza Dolore”, che è chiamato a svolgere un ruolo di governo strategico in relazione all’organizzazione dell’ospedale senza dolore con particolare attenzione anche per il territorio.

“Ospitiamo questa iniziativa – spiega Maria Bernardi, coordinatrice del comitato e responsabile aziendale del controllo del dolore – come parte integrante di un disegno organizzativo più ampio, contenuto nel progetto “Ospedale-Territorio Senza Dolore”.
Il progetto comprende una serie di iniziative volte a diffondere una cultura specifica tra tutti i professionisti sanitari riguardo il tema dolore, attraverso una maggiore sensibilizzazione, con la finalità di migliorare la qualità dell’assistenza. Sono in programma alcuni corsi specialistici, organizzati con la collaborazione degli anestesisti che operano in ospedale, e si stanno promuovendo incontri anche all’interno delle singole unità operative.

“Insieme alla Direzione Sanitaria dell’Azienda Usl di Parma – prosegue Maria Bernardi – lavoriamo per creare di una rete ospedale-territorio senza dolore che, coinvolgendo i medici di Medicina generale e in considerazione delle valide esperienze giù attive negli ospedali di Borgotaro e Vaio, consentirà di estendere ed ampliare gli interventi di terapia del dolore mantenendo omogeneità e integrazione nei percorsi, nell’interesse unico del paziente.”

Ultimo aggiornamento contenuti: 02/11/2012