Il futuro della chirurgia: robotica e notes
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Si svolgerà sabato 10 maggio il workshop “Aspetti innovativi in campo chirurgico”, terzo appuntamento del master “Imparare la metodologia della ricerca lavorando con gruppi che la praticano”. Ne parliamo con Michele Rusca, direttore del dipartimento Chirurgico dell’Azienda Ospedaliero-Universitaria di Parma e organizzatore del convegno.
Quali sono le maggiori novità in campo chirurgico oggi?
Tutte le innovazioni in campo chirurgico degli ultimi anni tengono conto del valore simbolico attribuito al corpo nella cultura occidentale. Pertanto la strada intrapresa è quella di cercare tecniche chirurgiche sempre più rispettose della dignità corporea e quindi meno invasive e meno distruttive rispetto al passato.
Nella chirurgia toracica e addominale in poco più di vent’anni si è passati da interventi che richiedevano ampi tagli a una maggioranza di operazioni effettuate in toracoscopia e laparoscopia, che permettono al paziente una ripresa molto più rapida, perché comportano una minore perdita di sangue e una minore invasività. Laparoscopia e toracoscopia (per interventi rispettivamente nell’addome e nel torace) prevedono – invece di un unico lungo taglio – piccole incisioni in cui si inseriscono gli strumenti chirurgici: a guidare il chirurgo sono immagini ingrandite e proiettate su un monitor esterno.
Ormai gli interventi in laparoscopia e toracoscopia vengono eseguiti regolarmente da due decenni: la nuova sfida è quella di portare nella chirurgia nuovi miglioramenti, per esempio introducendo sistemi robotizzati per manovrare gli strumenti chirurgici.
Che cosa possiamo aspettarci dalla chirurgia robotica?
Gli strumenti oggi in uso per la toracoscopia e la laparoscopia sono strumenti rigidi, che quindi non possono muoversi liberamente: utilizzare un sistema robotico per manovrare gli strumenti permette invece di aumentare l’ampiezza dei movimenti possibili e di utilizzare queste tecniche anche in spazi angusti, con movimenti impossibili alla mano umana.
Un ulteriore vantaggio introdotto dall’utilizzo della chirurgia robotica è la qualità delle immagini: con gli strumenti manuali vengono visualizzate immagini bidimensionali, con i sistemi robotici si ottengono immagini tridimensionali.
In quali campi della chirurgia l’introduzione di tecniche robotizzate porterà maggiori miglioramenti?
I primi sistemi robotici oggi in commercio sono nati per la chirurgia cardiaca, in particolare per gli interventi di by pass aorto-coronarici; sono stati poi sperimentati in chirurgia toracica, dove sono utilizzati solo per interventi di nicchia e oggi hanno il loro maggiore campo di applicazione nella chirurgia addominale.
Un utilizzo possibile di queste tecniche per esempio è nella chirurgia pelvica maschile, in particolare per la prostatectomia (asportazione della prostata): i bracci robotici si piegano fino a quasi 180 gradi e riescono a lavorare in uno spazio molto stretto; la maggiore qualità delle immagini permette inoltre di risparmiare i nervi e ridurre così il rischio di provocare impotenza nel paziente dopo l’intervento.
Anche gli interventi di colecistectomia (asportazione della colecisti), la maggiore causa di operazioni in laparoscopia, possono essere effettuati con l’ausilio della chirurgia robotica.
Il costo molto elevato della strumentazione rimane un limite all’utilizzo di routine della chirurgia robotica, che è ancora una tecnica di nicchia.
Ci sono altre tecniche particolarmente promettenti per la chirurgia toracica e addominale?
Un nuovo tipo di chirurgia ancora allo stadio sperimentale è la chirurgia Notes (Natural Orifice Transluminal Endoscopic Surgery), che si prefigge di sfruttare gli orifizi naturali del corpo umano, senza effettuare alcun taglio o incisione, anche se minimi. I primi interventi di questo tipo sono stati sperimentati negli Stati Uniti: sono state effettuate colecistectomie per via transvaginale nella donna e per via orale-gastrica nell’uomo. In pratica, la colecisti viene asportata facendola passare attraverso le viscere.
La chirurgia Notes ha un campo di applicazione simile a quello della chirurgia robotica e si preannuncia più vantaggiosa perché i costi sono molto più ridotti.
Anche a Parma ci sono esperienze in questi settori?
L’Azienda Ospedaliero-Universitaria di Parma ha recentemente avviato un progetto di ricerca insieme alla facoltà di Veterinaria dell’Università per effettuare studi di tolleranza nell’ambito della chirurgia Notes su modelli animali. Il progetto è già stato approvato dal Collegio di Direzione e si stanno acquisendo i materiali necessari per la sperimentazione.
Per l’applicazione clinica e routinaria della chirurgia Notes, però, dovremo aspettare ancora alcuni anni, fino alla conclusione della fase sperimentale.