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Giornata mondiale della tiroide

All’Azienda Ospedaliero-Universitaria di Parma sabato 25 maggio, presso il primo piano del padiglione Barbieri, banchetti informativi per la cittadinanza
22 maggio 2013

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“Tiroide: meglio prevenire che curare” questo il titolo scelto dalle società scientifiche e dalle associazioni di pazienti per celebrare la giornata mondiale della tiroide che, quest’anno, si svolgerà sabato 25 maggio. In occasione della campagna di sensibilizzazione i professionisti dell’Azienda Ospedaliero-Universitaria di Parma allestiscono, dalle 9.00 alle 12.30, un punto d’ascolto alla biblioteca della Clinica Geriatrica del Padiglione Barbieri (primo piano). Specialisti endocrinologici e chirurghi dell’Ospedale di Parma saranno a disposizione dei cittadini per colloqui informativi e per fornire materiale divulgativo sulla patologia. 

La causa più frequente di malattia tiroidea nella popolazione è la carenza alimentare di iodio che si manifesta con un aumento di volume della tiroide (“gozzo”) e con la formazione di noduli, la cui frequenza aumenta con l’età. La più efficace prevenzione del gozzo e dei noduli tiroidei è la iodoprofilassi, facilmente attuabile mediante l’uso di sale fortificato con iodio, ovunque ampiamente disponibile.

L’ipotiroidismo può essere riscontrato nell’8-10 % della popolazione generale, ma oltre i 75 anni può colpire 1 donna su 5. L’ipotiroidismo resta spesso non diagnosticato perché lieve e si manifesta con sintomi sfumati e clinicamente non rilevanti.

L’ipertiroidismo clinicamente manifesto colpisce invece il 2-3% della popolazione generale, ma la prevalenza delle forme più lievi raggiunge il 5-6%, specie nelle fasce di età più avanzate. La frequenza dell’ipertiroidismo è fino a due volte più elevata nelle aree di carenza iodica rispetto a quelle iodo-sufficienti. Sia l’ipertiroidismo che l’ipotiroidismo, una volta diagnosticati, possono essere curati con relativa facilità.  La tiroide è la ghiandola endocrina preposta alla sintesi e alla secrezione degli ormoni tiroxina (T4) e triiodotironina (T3), che hanno nello iodio un elemento strutturale essenziale. Gli ormoni tiroidei svolgono un ruolo centrale nello sviluppo nervoso e scheletrico del feto e del bambino. Nell’adulto hanno importanti effetti sulla regolazione del metabolismo basale, sull’apparato cardiovascolare, sul metabolismo lipidico e glicidico, e sul metabolismo osseo.

Le malattie della tiroide sono di frequente riscontro nella popolazione generale, con una forte predilezione per il genere femminile, e possono colpire tutte le età compresa l’età fetale e neonatale.

Ultimo aggiornamento contenuti: 22/05/2013