Donatori di sangue e percezione del benessere

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Essere donatori di sangue aiuta ad acquisire una migliore percezione della propria salute fisica, una “consapevolezza” che sostiene l’idea di benessere personale e contribuisce a diminuire la possibilità di sviluppare malattie.
Sono questi alcuni risultati dello studio di ricerca “Percezione individuale dello stato di salute dei donatori di sangue”, recentemente pubblicato sulla rivista internazionale Blood Transfusion. Lo studio è stato condotto da Massimo Franchini, direttore della struttura complessa di Immunoematologia e trasfusionale dell’Azienda Ospedaliero-Universitaria di Parma, da Maurizio Vescovi, medico di Medicina generale e presidente SNAMID (Società scientifica di Medicina generale) Parma e dalla psicologa clinica Marisa Mengarelli, con la collaborazione delle associazioni ADAS e AVIS.
Partendo dal presupposto (sostenuto da numerosi studi di ricerca internazionali) che la salute percepita sia un costrutto complesso, determinato da molteplici fattori svincolati dalle reali condizioni fisiche, lo studio analizza, in un campione di 300 donatori di sangue, la condizione fisica, psicologica e sociale del singolo, mediata dalle individuali aspettative e credenze. Si tratta di una “consapevolezza” studiata scientificamente in quanto ritenuta un elemento predittore del ricorso ai servizi sanitari e dell’ospedalizzazione per malattia.
La ricerca condotta presso il Centro Trasfusionale del Maggiore si distingue da studi precedenti sulla “salute percepita”, per avere utilizzato un campione di soggetti sani, quali possono essere considerati i donatori di sangue.
Nei giorni prestabiliti per la raccolta dati, ai donatori è stato somministrato un questionario derivato dalla scala psicosometrica messa a punto per valutare in misura complessiva la salute dal punto di vista del paziente, attraverso domande e risposte standardizzate. Hanno volontariamente risposto 300 donatori (su 308 contattati), in parti uguali uomini e donne.
Nel campione esaminato la percezione globale di salute non mostra differenze tra maschi e femmine e risulta essere migliore, come valore medio, rispetto a quella riscontrata da studi estesi alla popolazione regionale. I possessori di un titolo di studio superiore percepiscono, in media, una salute migliore, così come i soggetti normopeso percepiscono una salute fisica migliore rispetto ai soggetti sovrappeso.
Nonostante la relativa esiguità del campione analizzato, è possibile affermare che essere donatori di sangue aiuta ad acquisire una migliore percezione della salute fisica. Ulteriori ricerche, da effettuarsi in altri distretti territoriali, potranno contribuire all’arricchimento della conoscenza scientifica e permetteranno di sostenere o confutare le conclusioni raggiunte. I dati ricavati dallo studio potranno inoltre essere utilizzati nelle fasi di ideazione delle campagne di sensibilizzazione al dono.