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Ospedale 1915-2015. Presentazione del libro “Tutti i segni di una manifesta pazzia”

Presentazione del libro di Stefania Re venerdì 16 ottobre alla libreria Ubik. L'appuntamento si inserisce nel ciclo di eventi in programma in occasione dei cent'anni di storia dell'ospedale Maggiore

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Venerdì 16 ottobre alle ore 18:30 la libreria Ubik di Parma (via Oberdan 4/C) ospiterà la presentazione del libro di Stefania Re “Tutti i segni di una manifesta pazzia. Dinamiche di internamento femminile nel manicomio di Colorno (1880-1915)” edito da Franco Angeli. L’appuntamento, organizzato in collaborazione con l’Azienda Ospedaliero-Universitaria di Parma, si inserisce nel ciclo di eventi in programma in occasione dei cent’anni di storia dell’ospedale polispecialistico parmigiano. Muovendo dall’analisi di documenti di carattere sanitario e amministrativo del manicomio di Colorno, il volume scandaglia la “medicalizzazione” della follia femminile nel periodo compreso tra gli ultimi due decenni dell’Ottocento e lo scoppio della Grande Guerra. A moderare l’incontro sarà la dott.ssa Fabrizia Dalcò.

SUL LIBRO:

Entro il ricco panorama di ricerche che, a partire dal 2000, hanno tratto notevole impulso dal riordino delle carte degli archivi storici degli ex istituti psichiatrici italiani, il lavoro si snoda lungo un percorso condotto a partire dalla documentazione amministrativa e sanitaria del manicomio di Colorno, in provincia di Parma. L’Autrice indaga il processo di “medicalizzazione” della follia femminile, entro e attraverso l’istituzione manicomiale, in un arco temporale – compreso fra gli ultimi decenni dell’Ottocento e la Prima guerra mondiale – che coincide, dal punto di vista dell’evoluzione dei modelli psichiatrici, con la piena affermazione del paradigma organicistico.

La centratura sulla componente femminile degli internati, nel continuo rimando fra dentro e fuori rispetto al manicomio, ha fatto emergere le dinamiche di segregazione (percorsi, attori, luoghi) e il processo di costruzione della figura della “alienata”, prima dell’ingresso nell’istituto, portando in primo piano il ruolo dei soggetti vicini alle donne recluse. L’analisi di molteplici “casi clinici” ha reso leggibile, insieme al posizionamento teorico degli psichiatri del manicomio parmense e alla prassi terapeutica seguita in istituto, la relazione (im)possibile fra i medici e le ricoverate, le interferenze fra l’idea della “natura femminile” e del ruolo sociale assegnato alle donne – scientificamente e culturalmente costruiti – e le rappresentazioni della follia femminile.

SULL’AUTRICE:

Stefania Re ha conseguito il titolo di dottore di ricerca presso l’Università degli Studi di Parma. Ha scritto alcuni saggi su istruzione e modelli educativi femminili nel secondo Ottocento e ha pubblicato “Dottoresse o amabili donnine? Istituzioni scolastiche a Parma e ruolo sociale delle donne” (Battei, 1999). Vincitrice della VI edizione del Premio “Franca Pieroni Bortolotti”, nel 2013 la sua tesi di dottorato ha ricevuto la Menzione di Merito dalla commissione giudicatrice dello stesso Premio.

Ultimo aggiornamento contenuti: 15/10/2015