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Obiettivo del progetto “Curare la relazione per prendersi cura della persona” è introdurre, nell’ambito della lungodegenza, opportunità relazionali per gli utenti (che hanno davanti un lungo periodo di ricovero) al fine di influire sul loro benessere complessivo e incidere sulla concezione comune (di degenti, familiari e operatori) dell’ospedale come luogo “altro” dall’ambiente di vita e di relazione. I giovani in servizio civile saranno chiamati a creare con i degenti momenti di coinvolgimento in attività di socializzazione.
Per i 4 giovani volontari l’anno di servizio civile sarà certamente un anno particolarmente denso e arricchente dal punto di vista umano nell’impegno verso i destinatari del progetto (i degenti) e verso la comunità che li circonda, familiari ma anche operatori. Certamente un anno diverso.
Il contesto
Il contesto in cui si svolgerà l’intervento di servizio civile risulta meno ricco, rispetto ad altri settori (es. pediatria, oncologia…), di quelle iniziative provenienti dal volontariato che contribuiscono a creare continuità tra tempi di vita e tempi di cura; iniziative che intervengono a “modificare” il contesto di cura portando dentro l’ospedale la “vita che scorre fuori”.
Si tratta, in prevalenza, di pazienti anziani che restano ricoverati mediamente per circa un mese. Da un punto di vista sanitario e assistenziale tali pazienti sono complessi in quanto affetti da patologie croniche o invalidanti con difficoltà nella gestione autonoma delle attività di vita e con elevato grado di dipendenza. Le capacità cognitive e motorie possono essere differentemente compromesse e uno dei principali obiettivi di cura è il recupero dell’autonomia o il mantenimento delle capacità autonome residue nel rispetto della soggettività.
L’attività dei giovani volontari si svolgerà in collaborazione con i professionisti afferenti alla struttura e sotto la supervisione di un professionista espressamente individuato.
La formazione
Ai 4 giovani volontari che daranno vita al progetto verrà offerta una formazione specifica di rilievo che fornirà loro strumenti per cogliere e rilevare i bisogno comunicativi e relazionali dei pazienti, di comprenderne le potenzialità, di apprendere strategie di socializzazione e animazione e di costruire progetti personalizzati. Le abilità apprese attraverso il percorso formativo, con docenti esperti interni ed esterni dell’azienda, verranno messe in pratica nel corso dello svolgimento del servizio civile e verranno certificate dal settore Formazione aziendale.
Competenze che verranno acquisite attraverso il percorso formativo:
- Competenze in ambito istituzionale/organizzativo: conoscenza e utilizzo della struttura ospedaliera: vita associativa, attività, scopi della struttura e caratteristiche dell’anziano afferente alle unità operative di Lungodegenza. Capacità di individuare eventuali criticità, risorse e potenzialità, sia del contesto organizzativo che del contesto di vita quotidiano della persona anziana.
- Competenze relative alla conoscenza di sé: conoscenza e utilizzo delle proprie capacità comunicative e interattive nella relazione con l’anziano, con la sua famiglia e con l’équipe sanitaria. Applicazione di tecniche di auto-osservazione, di auto-monitoraggio e abilità di orientamento nei contesti sanitari.
- Competenze relative alla comunicazione: conoscenza delle tecniche comunicative (verbali e non verbali), e appropriata applicazione delle stesse in ciascuna specifica interazione derivante dal contesto e dalla storia di vita dell’anziano.
- Competenze relative alla relazione: capacità di concepire l’ospedale come luogo orientato contemporaneamente alla cura, alla dimensione sociale e alle relazioni, in un ottica di umanizzazione. Capacità di implementazione di progetti diretti alla socializzazione, all’animazione e all’intrattenimento utilizzando un “modello di interazione di tipo triadico”.
Gli obiettivi
- Umanizzare la degenza ospedaliera nelle sedi di progetto e creare un ambiente di soggiorno confortevole grazie all’offerta di momenti relazionali. Fornire opportunità di intrattenimento agli utenti ricoverati per lunghi periodi. Definire progetti personalizzati di comunicazione, socializzazione, animazione per il paziente.
- Creare le condizioni favorenti una comunicazione interpersonale “calda”, ossia significativa. Fornire adeguato supporto comunicativo e relazionale anche ai pazienti con difficoltà nella gestione autonoma delle attività di vita e con elevato grado di dipendenza. Definire progetti personalizzati di comunicazione, socializzazione, animazione per il paziente.
- Coinvolgere gli utenti ricoverati e i familiari o care giver in momenti di socializzazione sensibilizzando il personale sanitario operante nelle sedi di progetto. Individuare forme di coinvolgimento dei familiari o care giver nelle attività di socializzazione per superare la “separatezza” fra luogo di cura e ambiente di vita.
- Incidere sulla concezione comune (dei pazienti, dei familiari, dei volontari di servizio civile e degli stessi operatori) dell’ospedale come luogo “altro” dall’ambiente di vita e di relazione.
- Garantire ai giovani in servizio civile un’esperienza di crescita personale grazie al lavoro sulla relazione e sulla comunicazione svolto con pazienti e familiari in un contesto complesso, all’interazione con gli operatori locali di progetto e con gli operatori che lavorano nelle sedi di progetto e agli strumenti acquisiti nel corso della formazione specifica anche sul lavoro di squadra. Fornire ai giovani in servizio civile gli strumenti per individuare i bisogni di comunicazione, relazione e socializzazione del paziente lungodegente. Formare i giovani volontari di servizio civile al lavoro di squadra.