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Potremmo leggere il bilancio di missione come una narrazione, un racconto dettagliato delle azioni messe in essere e degli obiettivi conseguiti grazie al lavoro intenso e quotidiano di migliaia di persone che operano ai vari livelli per rendere un puntuale e attento servizio ai cittadini che si rivolgono all’Ospedale.
Introdurre il lettore a questa rendicontazione, al racconto dei primi nove mesi di mandato della Direzione, implica la necessità di selezionare solo pochi elementi da porre all’attenzione e difficilmente questa selezione riesce a restituire la complessità che resta in secondo piano. Il focus è di solito sugli elementi di innovazione e cambiamento, che sono essenziali e necessari nella vita di un ospedale che deve sempre tendere al miglioramento e allo sviluppo della qualità dell’assistenza e della cura. Tuttavia a fronte di alcune, importanti ed essenziali innovazioni (presenti peraltro anche nel bilancio di missione 2014), è indispensabile evidenziare anche quelle attività “sommerse” che costituiscono la vita dell’ospedale e garantiscono l’accoglienza e la cura, giorno per giorno, per le migliaia di persone che all’ospedale si rivolgono. I cambiamenti strutturali, logistici e organizzativi tesi a dare maggiore coerenza e continuità ai percorsi di cura sono presentati nel capitolo 3 e capitolo 7 dedicati agli obiettivi istituzionali, fra questi si richiama l’attenzione all’Ala sud, inaugurata il 31 Ottobre, illustrata nel capitolo 7 e scelta per la copertina del volume per dare evidenza al completamento del nuovo ospedale.
La Direzione ha voluto inaugurare il proprio mandato cercando di mettere in luce il contributo di ognuno alla vita dell’ospedale. Il percorso è iniziato con la condivisione allargata e capillare del processo di budget che ha consentito di conoscere le diverse realtà dell’Azienda e raccogliere una piccola quota della complessità di cui si diceva. Una modalità di confronto che è stata adottata anche nei percorsi di integrazione con l’Azienda Usl, fra i quali si considerino il “Progetto sulla fragilità” e la costituzione del Polo Neurologico unico provinciale, un’unica struttura interaziendale per la cura e l’assistenza dei malati di patologie quali la sclerosi multipla, le malattie cerebrovascolari, le malattie neurodegenerative e neuromuscolari, le epilessie e cefalee, le neoplasie (di cui si parla nel capitolo 7). Finalità della progettualità dedicata alla fragilità è la definizione di un “patto tra professionisti” inteso a promuovere la presa in carico globale della persona, con l’intento di superare l’attenzione per il singolo evento patologico e per spostarla sul benessere complessivo della persona cercando di sperimentare “un modello di medicina personalizzata in ambito clinico-organizzativo”. Collaborazione e integrazione, soprattutto con l’Università degli studi di Parma, di competenze e attrezzature di alto profilo sono alla base anche della realizzazione del Centro Comune di Ricerca, inaugurato all’inizio di Dicembre 2015 e frutto dell’impegno e del lavoro anche della precedente Direzione, sotto cui il progetto è nato ed è stato presentato alla città e alla Fondazione CARIPARMA che lo ha condiviso e sostenuto.
L’apertura e il confronto che questa Direzione ha cercato di porre in essere possono essere simbolicamente rappresentati dalle iniziative legate alla ricorrenza dei 100 anni della struttura del Maggiore, ossia dell’ospedale a padiglioni che ancora oggi accoglie attività sanitarie e sulla cui area si è sviluppato il nuovo ospedale poliblocco che ha il suo ingresso su via Volturno. L’Azienda grazie alla collaborazione della Conferenza Territoriale Sociale e Sanitaria, dell’Università degli Studi, dell’Azienda USL di Parma, del Comitato Consultivo Misto e di altre realtà istituzionali e associative e grazie al contributo dell’Unione Industriali, della Fondazione Cariparma e della Fondazione Monte, ha commemorato, a partire dal mese di Ottobre 2015, 100 anni di storia recente dell’ospedale proponendo alla città diversi eventi (mostre fotografiche e storico documentarie, presentazioni di libri, convegni, conferenze e incontri), come occasione di narrazione dell’ospedale e della sanità del territorio e di confronto allargato tra l’ospedale, i suoi professionisti e i suoi utenti, sia rispetto al passato che verso il futuro. Sono stati proposti momenti, personaggi e curiosità della storia dell’ospedale e della sanità a Parma e occasioni per parlare anche del futuro, come il convegno “L’ospedale ‘diffuso’ oltre i confini del luogo” che ha presentato nuovi scenari di cura, parlando di “reti” ossia di quelle relazioni e connessioni tra servizi e istituzioni, tra cittadino e famiglie che nella vita quotidiana interrogano sempre più e in modo ogni volta diverso i servizi sanitari e sociali. Nell’insieme delle iniziative si è cercato di coinvolgere le nuove generazioni, a cui chiediamo idee e nuovi sguardi, in particolare proponendo il concorso creativo “L’ospedale del 2115”. Infine, a Novembre 2015 l’ospedale è diventato teatro e ciò emblematicamente in alcuni spazi non più dedicati alla cura nel padiglione Rasori che era il vecchio sanatorio, dotato all’epoca anche di uno spazio teatrale e cinematografico, convertito poi nelle successive ristrutturazioni.
Come si diceva, queste sono solo alcune suggestioni della realtà dell’Azienda Ospedaliero-Universitaria e delle sfide su cui si lavora per fare crescere un’idea di ospedale innovativa e aperta, in rete, creando ponti tra cura, assistenza, insegnamento e ricerca. Sfida che riguarda tutti coloro che quotidianamente partecipano alla vita dell’ospedale, sia come professionisti e operatori, cui va sincera riconoscenza, sia come pazienti e familiari, cui va la nostra attenzione e cura.
Massimo Fabi
Direttore Generale