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Il neurinoma dell’acustico è una neoplasia benigna a lenta crescita che origina dalle cellule di rivestimento (cellule di Schwann) dell’VIII nervo cranico. L’ipoacusia neurosensoriale monolaterale è il primo sintomo in oltre il 90% dei casi. L’acufene (fischi o ronzii nell’orecchio), presente nella quasi totalità dei casi, spesso rappresenta l’unico sintomo che induce il paziente a recarsi a visita specialistica. I disturbi dell’equilibrio sono spesso sfumati.
La diagnosi precoce di neurinoma deriva dai risultati delle indagini audiologiche, che consentono di evidenziare la sede retrococleare della sordità, e dalla diagnostica per immagini (tomografia computerizzata e risonanza magnetica, con mezzo di contrasto).
Nei soggetti di età inferiore ai 65 anni non sussistono generalmente dubbi circa l’opportunità di rimuovere la neoplasia. Oltre tale età, la scelta del trattamento è dettata dal comportamento del neurinoma. Nel caso di tumori asintomatici, molto piccoli, di lenta crescita, che non comprimono il tronco cerebrale si può adottare una strategia di attesa, controllando nel tempo le dimensioni della massa mediante tecniche neuroradiologiche di imaging. La strategia di attesa può essere indicata anche per i pazienti affetti da neurinoma nell’unico orecchio udente o nell’orecchio migliore. Nei soggetti anziani e nei pazienti con neurinoma nell’unico orecchio udente una alternativa al trattamento chirurgico può essere rappresentata dalla radioterapia stereotassica. La metodica si è rivelata in grado di controllare per un certo periodo la crescita tumorale. Il trattamento d’elezione del neurinoma dell’acustico è rappresentato dall’exeresi chirurgica. La via d’accesso otoneurochirurgica più frequentemente utilizzata per l’exeresi tumorale è la via translabirintica allargata. La via retrosigmoidea e la via della fossa cranica media sono riservate ai pochi casi che presentano l’indicazione al tentativo di preservare la funzione uditiva.